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La ciabatta è sdrucita

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«Il punto vero è cosa fanno le istituzioni per favorire la permanenza di un settore che vale circa il 10 % di Pil e migliaia di posti di lavoro». Lo dice Domenico Lo Bianco, segretario della Cisl TorinoCanavese stimolato a parlare della crisi, della fusione Fca - Peugeot e, soprattutto, dei suoi risvolti sulla città, sull’indotto che resta di prestigio europeo, sull’occupazione e su chi ha perso il lavoro. Lo Bianco non è barricadiero e misura le parole. Tuttavia questa sua frase di fatto lancia un allarme sui silenzi e le quiescenze che le nostre Istituzioni, seguendo l’esempio di un Governo tiepido, continuano ad avere con il Gruppo che in tempi felici fece di Torino una Capitale dell’ingegno e del lavoro. Ma la pantofola, ormai è sdrucita e credo abbiano compreso tutti che occorre un nuovo “Modello Torino” che comprenda l’eredità dell’Avvocato, ma sappia guardare avanti. Di lì, a meno di smentite, non ci sarà l’input per modificare le cose. Magari potrà indurre a maggiore impegno politico la prossima campagna elettorale per il sindaco, con o senza Chiara Appendino. Ma non ne avvertiamo i segnali. E sorprende come, nonostante ripetuti inviti, qui si trascuri la grande opportunità che può discendere dal Recovery Fund che metterà in campo 82 miliardi di euro per il nostro Paese. Eppure gli esempi non mancano: Genova ha già messo nero su bianco un vero e proprio piano Marshall scrivendo la cifra di 5 miliardi in calce al dossier. Gli stessi porti di Genova e Savona avanzano richieste per oltre un miliardo. Qui invece si tace. Eppure la politica ci ha mostrato più volte l’amore per i tavoli di concertazione. Da quando è fuori moda? È urgente, scegliendo tavoli o divanetti, mettere insieme associazioni industriali, di categoria, progettisti, economisti e società civile per suonare la sveglia a questo territorio e per farci ascoltare da Roma e dall’Europa.

fossati@cronacaqui.it
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