Cerca

Il fieno in cascina

incendio torino carlo felice

Vigili del fuoco in azione sul tetto dell'edificio in fiamme (foto Tonino De Marco)

L’amministratore del condominio distrutto dal fuoco in piazza Carlo Felice aveva parlato di 10 milioni euro di danni. Lievitati poi, in sole 24 ore, a venti. Ieri la cifra è ulteriormente cresciuta e ha raggiunto quota 30 milioni. C’è da giurarci che non è questa la cifra finale e definitiva. Difficile, se non impossibile, quantificare un danno senza prescindere da una circostanziata e particolareggiata perizia. In ogni caso, la rabbia e lo sconcerto dei condòmini che hanno visto mangiare dal fuoco le loro mansarde e i loro appartamenti con tutto ciò che vi era contenuto, ieri ha preso forma attraverso la prima riunione con i loro legali. Da quel che si è appreso, nessuno, almeno per ora, se la sente di indicare valori economici, specie senza conoscere le identità dei presunti responsabili di quanto accaduto. Non sarà certo il povero fabbro a dover far fronte da solo a richieste milionarie. La sua fiamma, inavvertitamente “scappata” dal saldatore, potrebbe sì aver innescato il fuoco, ma certo l’artigiano non può essere immolato quale capro espiatorio di una sciagura di tali proporzioni. Perché se è vero che erano in corso lavori di ristrutturazione, allora dovevano essere adottate misure di sicurezza tali da poter quantomeno limitare, se non annullare i danni causati da una fiammata improvvisa di una saldatrice. È così perché le norme anti incendio sono tante e tali da prevedere quasi ogni possibilità, sia per ciò che riguarda eventuali errori o incidenti sul lavoro, sia per l’utilizzo dei materiali. Naturalmente, queste norme bisogna applicarle con rigore. Non accade, specie di questi tempi di 110%, perché la domanda è molta e l’offerta no. Si corre dietro al lavoro per mettere sempre più fieno in cascina. Ma si sa, il fieno brucia, e brucia molto in fretta.

marco.bardesono@cronacaqui.it
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.