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L’emergenza e il Quirinale

Mascherine coronavirus

Foto d'archivio (Depositphotos)

Presto o tardi arriveremo a un punto in cui ci chiederemo se c’è stata una vita prima della pandemia... Chissà, magari quando anche nei film e telefilm i personaggi circoleranno con la mascherina, come nelle vecchie storie di fantascienza e di mondi distopici. Sarà questo a farci riflettere, ben più della proroga dello stato di emergenza davanti al quale possiamo solo far finta di stupirci, di sobbalzare come fosse una grave decisione del premier solo al comando: perché lui da solo aveva deciso di non prorogarlo, lui solo ha cambiato idea, questa almeno la narrazione della stampa amica, ossia tutta. Ma il consiglio dei ministri e il Parlamento hanno ancora qualche utilità? Giusto per sapere, altrimenti facciamoci un hub vaccinale a Montecitorio. Era scontato prorogare lo stato di emergenza, altrimenti sarebbe impossibile far funzionare l’apparato contro il Covid. E d’altra parte viene così scientificamente dimostrato che è impossibile far funzionare questo Paese senza un regime emergenziale, anche se non fossimo in piena pandemia. E su questo non ci serviva il governo dei migliori per scoprirlo, ci avevano già pensato i peggiori (e ne abbiamo avuto tanti). Poi, magari, scopriremo altre vaccate fatte in regime di emergenza, come non bastassero cretinate come le primule vaccinali, i banchi a rotelle e via dicendo... Ma ci sarà tempo. Per adesso l’interrogativo, profano e quasi insultante considerando la situazione, è come tutto questo condizionerà la nostra politica. Già perché con lo stato d’emergenza è sempre più probabile un Draghi bloccato a Palazzo Chigi (ve lo immaginate abdicare per Brunetta, sì toccherebbe a lui in quanto ministro anziano in assenza di un vicepremier, o per Giorgetti?) e il Quirinale libero per le aspirazioni dei partiti. Ecco, vedendo i nomi che circolano, davvero siamo in emergenza.

andrea.monticone@cronacaqui.it
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