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Ora pretendiamo solo buonsenso

Italian Parliament Begins Voting To Elect A New President

ROME, ITALY - JANUARY 24: Parliamentarians cast their ballot during the first round for the election of the new Italian President at the Chamber of Deputies, on January 24, 2022 in Rome, Italy. The Italian parliament will convene on January 24 to begin voting for a new head of state to replace the outgoing Sergio Mattarella. (Photo by Antonio Masiello/Getty Images)

Iniziamo con un auspicio che circola nel corridoio dei passi perduti: «Domani (oggi per chi legge) è il giorno decisivo». In che senso, non si sa proprio a giudicare da quanto è uscito dall’urna dopo la quarta chiama, quella che noti politologi avevano definito come il primo grande traguardo verso la conquista del Colle. Ci sarà un nome condiviso? Ce la faranno Letta, Salvini &Co. a mettersi d’accordo su questa ormai famosa “figura super partes” dai contorni così misteriosi? Le domande si affollano e si sovrappongono in un clima in cui le strategie belliche messe in campo dal centrodestra per contarsi attraverso l’astensione e dal centrosinistra con le schede bianche, si sono trovate di fronte la fanteria dei Cinque Stelle che, disdegnando il diktat di Conte, ha riversato i voti su Mattarella. Non pochi, esattamente 166, vale a dire un terzo circa dell’esercito grillino. Tanto da far immaginare che la fanteria possa fare proseliti nei prossimi giorni, fino ad arrivare a numeri che potrebbero scalfire il roccioso diniego del presidente uscente. Fantapolitica? Forse, come può essere letto, nel tardo pomeriggio, una sorta di disgelo politico di Salvini verso la figura di Mario Draghi, dopo un confronto del Premier con Berlusconi, tanto da dichiarare che l’obiettivo è quello di «tenere unito il governo e anche il centrodestra». Fino all’estremo sacrificio di una candidatura ufficiale all’ex presidente della Bce? Ovviamente non è dato di sapere, ma una cosa è certa, mentre scorrono le ore, sulla lavagna dei possibili candidati emergono almeno cinque nomi, se si esclude quello di Mattarella: Draghi, Casini, Amato, Cassese e buon ultimo quello di Elisabetta Belloni, una diplomatica ora alla guida del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, ossia la capa degli 007. Nomi che potrebbero pescare i voti negli opposti schieramenti pur con tutti i distinguo del caso in questa bagarre politica che in molti temono possa far saltare gli equilibri del governo, se non bene amministrata. Tanto che politici di lungo corso come Clemente Mastella ieri dichiaravano ad alta voce che «la maggioranza di governo di fatto si è già sfaldata». C’è tutto e il contrario di tutto in questa vicenda che certo non fa onore alla politica di casa nostra. Ma la storia ci insegna che gli equilibri che si rompono di fronte ad un piatto di pesce spada alla bouvette si ricompongono gustando una coda alla vaccinara in trattoria. È solo questione di cariche e di incarichi, di pezzi di potere da spartire specie oggi che ci sono in ballo i miliardi del Pnrr. Chiedersi perché non si sia trovato un accordo subito con Mario Draghi, vero garante dei potentati europei, sta proprio in questi maneggi ormai tanto chiari da diventare plateali. Ma questa è un’altra storia da scrivere, magari a cominciare da domani. E intanto le bollette continuano a salire e noi a chiederci quanto occorra ancora per ritrovare il buonsenso.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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