Non sbaglia chi paragona questa guerra dei russi ad un modello medioevale fatto di assedi e accerchiamenti, di bombe e di vittime innocenti. Ma non è il castello di un nobile ribelle ad essere stretto d’assedio per prendere per fame gli abitanti, e non sono i campi ad essere incendiati, né i ruscelli deviati per scatenare la sete. Qui ci sono intere città devastate dai missili e dai cannoni, c’ è gente che scioglie la neve per dissetarsi, non c’è luce tranne lumi a petrolio e candele. E si muore di freddo. L’Ucraina è un immenso cimitero già punteggiato da fosse comuni ove seppellire cittadini ignoti. E poi ci sono i bambini, morti a decine, gli orfani portati via a braccia dalle macerie dell’istituto in cui erano ricoverati. Putin il conquistatore fa la guerra a loro in un rigurgito di ferocia che non fa onore alle storia della Russia sempre più vicina alla più clamorosa bancarotta del secolo. Bambini. E bambini malati. Come quelli che ora hanno ritrovato un poco di serenità nei lettini candidi del Regina Margherita, assistiti, curati amorevolmente, ben nutriti. E altri che nelle famiglie che li hanno accolti stringono tra le mani i doni di altre mamme, di uomini e coetanei che qui scoprono l’orrore della guerra. E i volti dei reduci. E poi ci sono i nostri che ieri, da tre scuole di borgo Vanchiglia hanno attraversato le strade con cartelli e striscioni scritti a mano con le maestre per invocare la pace, una parola che pareva legata ai ricordi di quando, anche Torino e l’Italia, erano sotto le bombe. Scriviamo mentre finisce come sempre in un nulla di fatto la tentata mediazione in Turchia e a Kiev si spara sulle macerie sempre più da vicino, segno che il quindicesimo giorno di guerra ha poco da invidiare ai precedenti. La guerra medioevale va avanti e macina devastazioni e morti sui quali cominciano ad essere aggiornate anche le più tristi statistiche. Secondo il governo di Kiev dall’inizio del conflitto sono stati uccisi 71 bambini, oltre 100 sono rimasti feriti. Le vittime totali fra i civili sarebbero almeno 400. Dei militari e dei volontari non si sa nulla. Gli ospedali colpiti, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 24, decine i ricoverati che hanno perso la vita. Numeri che per molti sono già il segno di un vero crimine contro l’umanità. E non lo dice solo il presidente soldato Zelensky. A Versailles, intanto, attorno a tavoli che hanno fatto la storia, l’Europa cerca di ridisegnare se stessa con i capi di Stato e di governo chiamati ad un vertice straordinario per il progetto degli armamenti comuni e per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. L’obiettivo è quello di una Ue forte, autonoma e unita. Le guerre servono anche a questo. Proprio come le pandemie.
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