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A pensar male non si fa peccato

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Fonte: Depositphotos

Alla fine le vittime siamo sempre noi. Vasi di coccio, come avrebbe scritto il Manzoni, che si muovono stretti da vasi di ferro. Con il sospetto che il Covid che ci ha condizionato la vita per due anni (sempre che finisca) sia nato da una provetta più che da un pipistrello, che magari come ha detto il Santo Padre in fondo una guerra schifosa come quella contro l’Ucraina non sia altro che un grande laboratorio per provare le armi, che i porti bombardati e le coste disseminate di mine rappresentino una gigantesca speculazione sul grano e i cereali destinati ai paesi poveri. Certo un sospetto non fa storia, ma scendendo nei particolari qualcosa dovrà pur rappresentare questa speculazione selvaggia sul prezzo dei carburanti. È “Oro nero”, dice una grande ma sottaciuta inchiesta della guardia di finanza che in cinque mesi, ossia dal giorno in cui il diesel ha sorpassato la verde ed è schizzato oltre i 2 euro al litro, ha rilevato 690 violazioni sul mercato stabilendo di fatto che era (è) in atto una gigantesca speculazione che non discende dalla guerra ma da un sistema criminale di finanza corsara. Parliamo di miliardi di euro in una corsa che non si arresta visto che ieri, ore 9,05 del mattino, il diesel a Torino sfiorava di nuovo i due euro al litro, mentre la verde, tornata più cara, li superava ormai dappertutto. Come dire che siamo tutti, ma senza elmetto, vittime di una guerra economica contro la quale non bastano i pannicelli caldi del Governo, ma per cui serve una vera rivoluzione nei controlli e il taglio di accise vergognose che ci fanno ancora pagare la guerra di Abissinia. E invece, è notizia di ieri, l’amica Europa cambia le regole della finanza e le Borse precipitano trascinate verso il baratro trascinate dai titoli delle nostre banche. Le stesse che poi dovrebbero sostenere le imprese in crisi, le famiglie, ed erogare i mutui per la casa. È così folle pensare che tutto ciò non sia accaduto a caso? È un pensiero in libertà, ma a pensar male non si fa peccato.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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