Cerca

Non è soltanto colpa del clima

crisi idrica gn
A rischio di apparire il solito bastian contrario, temo che addossare tutte le colpe al riscaldamento terrestre per questa siccità che si mescola a un caldo da luglio avanzato, sia un poco riduttivo. E sicuramente più comodo che fare un esame di coscienza sulla nostra atavica incuria che ci accompagna quando di mezzo ci sono ponti che crollano, frane che insidiano le strade e le autostrade, piuttosto che le colline e le montagne abbandonate a loro stesse. Un sistema che ingloba disinteresse, scarsa attenzione al territorio e grandi speculazioni.

Il ponte Morandi dovrebbe insegnare, ma in questo strano Paese si continua a fare spallucce fin quando capita il disastro e allora ci si strappa i capelli. L’acqua, a cominciare dalla tutela delle sorgenti per finire alla rete che la distribuisce ovunque, non fa eccezione. Parliamo da decenni del grave problema della dispersione causata da tubazioni vecchie e porose (ricordo un’inchiesta dei primi anni ‘90 che feci per Il Giornale), ma non ho memoria di interventi corposi per risolvere il problema.

Oggi i tecnici denunciano che almeno il 30% delle acque finisce nel terreno mentre scorre verso le nostre case. Ma al di là delle solite cantilene sullo stato di emergenza e del sempre presente “stato di calamità” scopriamo che si cerca di tappare il buco con i soliti tacconi. Si fanno i “tavoli di crisi”, si piange sui danni all’agricoltura (annunciando di fatto altri aumenti di prezzo di grano verdura e frutta), si aprono le paratie delle dighe, si succhia acqua dai fiumi oltre il dovuto. E si pensa di svuotare almeno un poco i laghi. Mentre i comuni pensano al razionamento e lavano le autobotti.

Ma, chiedo, chi ci ridarà quel 30% dell’acqua che va perduta? Anzi che abbiamo sprecato per decenni mentre avremmo potuto sfruttarla magari per produrre energia? La domanda cade nel vuoto. Qualcuno la liquida ipotizzando la necessità di interventi per miliardi, altri preferiscono alzare gli occhi al cielo, mentre addossano tutta la colpa all’ambiente che va in malora. Ma per colpa di chi?

beppe.fossati@cronacaqui.it
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.