Attendere, aspettare. Per mesi, anni, decenni. A volte non basta neppure una vita intera. E non esiste cosa più lacerante per un genitore o per un figlio. Sono esistenze spezzate, quelle dei parenti delle persone scomparse. Storie tutte diverse l’una dall’altra, che in comune hanno soltanto il finale ancora tutto da scrivere. Misteri. Come quelli che in qualche modo si intrecciano di Camilla e Marina. Come le storie tinte di un giallo ormai sbiadito di Sabina, Carmen, Letizia, Erika e Paola. O le più recenti di Elisa e Samira. Nove donne inghiottite nel nulla. Nove nomi che, ogni tanto, è bene ricordare. Perché come non si stanca di ripetere Paola Paolucci, la figlia di Carmen Corradin, che da anni si batte con l’associazione Penelope Piemonte, «nessuno scompare nel nulla». E come afferma Don Winslow, uno degli scrittori di crime più famosi al mondo, “alcuni scompaiono perché vogliono scomparire. Altri si perdono. Altri vengono rapiti. Ma tutti hanno bisogno di qualcuno che vada a cercarli”.
Sabina Badami Il 10 settembre 1986 Sabina Badami, 27 anni, esce dall’ufficio postale di corso Tazzoli dove lavora e chiede un passaggio a una collega, che non conosce il suo indirizzo, facendosi lasciare in via Ivrea, lontano da casa sua, in via Montenero. L’ultima traccia è una telefonata fatta a sua sorella Teresa, intorno alle 22. Quando, nove giorni dopo, i giornali danno la notizia della scomparsa, un testimone dice di aver dato un passaggio a una ragazza identica a quella della foto pubblicata l’11 settembre . Ma i famigliari non credono si tratti di lei e ritengono che la sua scomparsa sia legata a una rapina commessa da 5 banditi del clan dei catanesi nel 1984 alle poste di corso Tazzoli.
Letizia Teglia Centralinista al Tribunale dei minori di Torino, Letizia Teglia, 24 anni, abita con i genitori a Borgaro Torinese e ha quasi completamente perduto la vista. Il 30 agosto 1995 esce dall’ufficio, ma prima di rientrare a casa va all’ospeda - le di Rivoli per una visita di controllo. Da lì dovrebbe prendere un paio di autobus per fare ritorno a casa. E alle 18.30 viene vista da un testimone a una fermata. Poi se ne perdono le tracce.
Erika Pierno Erika Pierno, 21 anni, scompare a Torino nell’estate del 1993. Pochi giorni prima aveva richiesto all’anagrafe una carta di identità che non ha mai ritirato. La madre ha trovato in casa un plico di fotografie che riportano sul retro un indirizzo di via Duchessa Jolanda. La ragazza vi è ritratta in atteggiamenti particolari, trucco pesante, sguardo assente. Dalle foto si nota un ambiente, un appartamento, con vetrate stile art nouveau. Dettagli presenti in alcuni palazzi del centro di Torino e anche di via Duchessa Jolanda. Ma Erika, 29 anni dopo, è ancora un fantasma.
Paola Taglialatela Paola Taglialatela è una studentessa, ha diciotto anni, e scompare da Nichelino il 16 febbraio del 1994. Sembra che nessuno, fino a quel giorno sapesse che Paola stava attraversando un momento difficile. Dopo il ritrovamento di un drammatico messaggio ai suoi genitori, si è temuto che la ragazza potesse aver commesso un gesto estremo. Ma le ricerche non portarono a nulla. E non è mai stato trovato nessun elemento serio a conferma dell’ipotesi del suicidio.
Mariangela Corradin Carmen, come la chiamavano tutti, è scomparsa l’11 agosto del 1995, all’età di 46 anni. Alle 20 di quella sera maledetta il figlio Paolo è rientrato trovando la porta chiusa dall’interno, il ferro da stiro acceso e nel posacenere una sigaretta che si è consumata da sola. In casa c’è la sua borsa con i documenti e i soldi. Il rapporto tra la Corradin e il suo convivente, che poi verrà indagato in due inchieste entrambe archiviate, negli ultimi tempi era diventato difficile. La donna aveva deciso di prendere in affitto una casa a Corio per conto suo e il giorno prima aveva versato l’anticipo. In quella casa, però, non è mai arrivata. I figli, 27 anni dopo, non si danno pace.
Elisa Gualandi Anche Elisa Gualandi, 53 anni, aveva deciso di lasciare Torino, dove lavorava come assistente sociale. Aveva comprato una vecchia casa a Pont, e si era trasferita lì, si era messa in aspettativa e seguiva i lavori di ristrutturazione della baita in Val Soana, da cui è misteriosamente scomparsa il 6 giugno 2018. I vicini hanno detto che quel giorno si era «fatta bella», si è ipotizzato che dovesse incontrare un uomo più giovane di lei. La Procura ha aperto un fascicolo, tra le piste si è battuta quella di un rapimento. Poi si è indagato sui conti, su 100mila euro che sarebbero svaniti con lei. Indizi, ipotesi, suggestioni. E tante battute di ricerca che non hanno dato esito.
Samira Sbiaa Samira Sbiaa scompare nel nulla da Settimo Torinese il 7 aprile 2002, ma il caso esplode nel 2019, solo dopo la denuncia dei parenti in Marocco che fa accendere i riflettori sul marito, Salvatore Caruso, che diventa per qualche giorno una sorta di celebrità, complici le sue “apparizioni”, accompagnate ogni volta da nuove dichiarazioni e racconti, dalla finestra di una casa assediata da giornalisti e curiosi, mentre in cortile si scavava alla ricerca del corpo della donna. Da lì sotto saltano fuori anche delle ossa, ma sono i resti di un vecchio picnic: il caso venne archiviato, Salvatore richiude la finestra e ancora oggi nessuno sa che fine abbia fatto Samira.
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