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L’ottimismo non guasta

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(foto: Depositphotos).

Nonostante la guerra in corso, i postumi della pandemia e la crisi energetica le imprese piemontesi nel solo mese di agosto sono pronte ad assumere 20mila dipendenti. Che potrebbero arrivare a centomila nel trimestre agosto-ottobre. Sono numeri che di questi tempi alimentano un ottimismo sopito da tante tribolazioni, comprese quelle legate al settore dell’automotive. Ma confermano anche la buona salute della nostra economia se è vero che negli ultimi 3 mesi il nostro Pil è cresciuto dell’1%, confermando un trend positivo che da gennaio ad oggi ha segnato un incremento del 3,4 %.

Siamo, alla faccia dell’agenzia di rating Moody’s, che non smette mai di fare la cassandra quando di mezzo c’è l’Italia, la terza potenza economica in Europa dopo Francia e Germania, e questo vorrà pur dire qualcosa. Lo provano, sul versante dell’occupazione altri dati positivi, con l’aumento di quasi 90 mila nuovi posti di lavoro nel solo mese di giugno, a livello nazionale. Un segno di ripresa che conferma, come l’incubo della pandemia sia stato superato e come oggi cominci una caccia al lavoratore come mai si era immaginato.

L’edilizia è sotto del 63%, segno soprattutto della mancanza di manovali, la manifattura non trova personale debitamente formato e lo stesso discorso vale per il turismo e i servizi pubblici. E mancano anche camionisti, farmacisti, biologi, dirigenti industriali e insegnanti. Sembra quasi che vi sia un sistema produttivo da riformare anche a causa di una politica del lavoro frammentaria e di “aiutini”di Stato che certo non hanno favorito l’inontro la domanda e l’offerta. Ed è da questo che dovrà partire il prossimo governo per evitare - come direbbe Sgarbi - che delle capre condizionino questa ripresa.
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