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Perché Torino ora è incazzata

Imola, Italy. 21/23 April 2006. F1 World Championship. Grand Pri

Luca Cordero Di Montezemolo (Depositphotos)

Luca Cordero di Montezemolo ci liquida così: «Torino è una città triste». Triste perché è senza auto, perché mancano figure di riferimento come l’Avvocato Agnelli e Sergio Pininfarina. Perché Mirafiori è francese e «l’unico marchio italiano rimane la Ferrari». La cartolina spedita dall’ex presidente di Confindustria alla vigilia dell’assemblea degli industriali è stata impietosa, ma fotografa una situazione di emergenza che va ben oltre la manifattura, o le carrozzerie lucenti di un Made in Italy un po’ ammaccato. Torino, al di là delle battute al veleno di un Montezemolo che ha voluto togliersi qualche sassolino dai suoi mocassini rigorosamente firmati Tod’s, stuzzicando i nipotini di casa Agnelli) è una città incazzata perché è stretta -come lo è il Paese - dalle conseguenze della guerra e dai costi folli dell’energia e del gas, oltre che dalle tenaglie di una speculazione mostruosa sulle materie prime che rischiano di rendere inutili le gare che in altri tempi avrebbero reso benessere e occupazione.

Lo ha detto chiaro il sindaco Lo Russo, condividendo il timore che 120 appalti pronti a partire possano andare deserti perché è anacronistico, oggi, definire prezzi e tempi da rispettare nei disciplinari. E basta alzare gli occhi in una strada del centro o della periferia con centinaia di palazzi avvolti da armature di cantieri deserti e di gru che arrugginiscono nel torpore di un abbandono che prelude a tanti fallimenti, per capire che parlare di emergenza, oggi, non è pretestuoso. Ad ascoltare il sindaco un’assemblea di imprenditori che ribadiscono la necessità di un piano del governo, o dell’Europa per salvare una città che ha tante risorse ma che da sola non ce la può fare. In accordo, una volta tanto, anche con il sindacato che teme il colpo di coda della disoccupazione, dopo l’entusiasmo di un anno fa, per le occasioni offerte dal Pnnr. Un appello forte alla politica e al nuovo governo che (forse) l’ex Montezemolo ha dimenticato di sottolineare, troppo frettoloso nell’esternare solo antichi rancori.
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