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L'emergenza
21 Aprile 2023 - 18:34
Mentre la politica pianifica grandi opere che richiederanno milioni e i soliti tempi pachidermici, la mia amica Giulia ha trovato la sua piccola, personalissima, ricetta anti-siccità. Una bacinella gialla di quelle per lavare l’insalata da due euro che inserisce nel lavabo ogni volta che apre il rubinetto e l’acqua va giù. Dimostrando, innanzitutto a se stessa, che ogni giorno se ne spreca un bel po’: per lavare le puntarelle, di bacinella ne ha riempita una, che poi è servita ad innaffiare le piante. Per lavare i piatti, due, pronte ad essere usate al posto dello sciacquone del wc. Qualcuno, forse, riderà. Qualcuno dirà che è una inutile goccia nel mare. Ma alla mia amica non interessa, lei va avanti.
E probabilmente ha ragione, se è vero che venti comuni del Novarese e del Vco hanno già cominciato a razionare l’acqua. Comuni che sono un’avanguardia dell’estate che verrà. «La peggiore», prevedono gli esperti, ma soprattutto chi resiste a coltivare la terra nelle nostre campagne rinunciando alle sirene delle grandi città. Come Filippo, un altro amico che, qualche anno fa, ha salutato i colleghi di un importante ufficio marketing ed è scappato (anche se a lui questa parola non piace) nell’Astigiano. Suo nonno aveva un pezzo di terra tra i noccioleti con cui i vicini hanno sostituito le vigne, prima che le grandi fabbriche di cioccolato andassero a comprare nocciole in Turchia.
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E Filippo gli ha ridato vita, ripescando qua e là vecchie sementi, come quella del carciofo del Sorì, che adesso ha ottenuto il marchio di Slowfood. Una svolta drastica, e di successo. Fino all’anno scorso, il pozzo del mio amico si è prosciugato. Ieri, Filippo era a casa del vicino, a recuperare con una pompa la poca pioggia caduta la sera prima sul telone di una bella piscina. Ne ha riempito un bidone, che sarà una goccia nel mare. Ma con quella di Giulia fan già due. E forse, prima di finire a secco tutti, val la pena di salvarne una goccia anche noi.
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