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L'emergenza idrica

Ecco perché la pioggia non ci basta

Il governo nomina il commissario alla siccità Nicola Dell'Acqua ma nel decreto mancano i fondi

Ecco perché la pioggia non ci basta

È strano. L’abbiamo tanto attesa la pioggia e adesso scopriamo che non ci basta. I giorni di pioggia passati, gli scrosci di inizio maggio, la spolverata di neve al Sestriere fuori stagione, anche i temporali vaticinati dalle previsioni del tempo sono ben poca cosa a quello che servirebbe all’agricoltura e al nostro territorio così assetato.

La pioggia che vediamo non è il segnale della fine della siccità, anzi le prospettive per l’estate sono ancora più allarmanti rispetto all’anno scorso. Questo perché l’estate passata abbiamo pesantemente intaccato le risorse idriche, che non si sono riformate - così come la neve caduta è forse bastata per farci godere la stagione sciistica, facendo tutti finta che la montagna non sia anche qualcosa di più - e i bacini delle dighe non devono illuderci, anche questi sono stati utilizzati in misura maggiore di quanto previsto.

Il governo ha nominato un commissario all’emergenza siccità - si chiama Dell’Acqua... - che avrà il compito di avviare e sorvegliare le pratiche necessarie ad affrontare la situazione: a cominciare dallo “sfangamento” degli invasi esistenti, pur nella consapevolezza che sono pochi, che ne servirebbero di più. Poi, per il resto, il suo sarà un esercizio da prestigiatore, come minimo. Perché non solo i fiumi sono in secca - il Po è ridotto a un quinto della sua portata - e i bacini vuoti, anche il decreto del governo è polveroso come il deserto, per la mancanza di fondi. Quelli appena annunciati - ventotto milioni di euro in Piemonte, anzi solo per una parte del Piemonte - sono come la pioggia quando case su terreni aridi e marciapiedi bollenti: sparisce immediatamente.

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