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L'emergenza femminicidi

Una lacrima per Thiago

Il piccolo ucciso assieme alla sua mamma prima di nascere. E subito dopo l'altro omicidio a Roma

Una lacrima per Thiago

Si sarebbe chiamato Thiago. Quell’esserino che non ha neppure potuto nascere si sarebbe chiamato così. Chi ha ucciso sua mamma Giulia voleva cancellarlo, così come aveva fatto con un altro esserino mai nato, con un’altra donna, ché quell’individuo che cercava su Internet il modo di disfarsi del cadavere di una persona aveva una doppia vita: fino a che la menzogna gli è apparsa davanti, nel momento in cui Giulia e l’altra donna si sono incontrate, confidate, smascherando il manipolatore, sbattendogli in faccia la verità. Sono state, in quel momento, più forti di lui, che poi si è vendicato su quella che avvertiva come la più debole, la preda che rimane sola. Come fanno gli sciacalli, gli animali più deboli. Che, anche quando uccidono la propria discendenza, non lo fanno per malvagità.

Ma non c’è stato tempo di piangere per Thiago e Giulia, di inferocirsi - beh no, in realtà personalità ben più in vita hanno trovato tempo per scrivere editoriali, fare commenti, tracciare rotte e via dicendo -, perché è arrivata la tragedia di Paola, poliziotta di 58 anni, ammazzata a colpi di pistola da un collega - che poi si è tolto di mezzo nello stesso modo, come un vigliacco che non possa affrontare le conseguenze dei suoi atti - con cui, recitano le prime agenzie di stampa, avrebbe avuto una relazione extraconiugale.

Così si aggiorna la sanguinosa contabilità che parla di 47 donne uccise da inizio anno, di cui 39 sono vittime di “femminicidio”, questa parola che abbiamo tutti adottato come per sottolineare meglio la crudeltà, l’urgenza che sia legislativa o sociale - non è una forma di femminicidio umiliare una donna solo per il suo esserlo? condannarla a essere meno pagata di un uomo? negare pari opportunità? - o forse solo per scaricare qualche coscienza e negare di essere troppo spesso complici.

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