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IL BORGHESE
06 Giugno 2023 - 06:30
Un fine settimana d’inferno, file di auto lunghe 22 chilometri e code (polemiche) che arrivano fino al grattacielo della nostra Regione dove il presidente Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi hanno convocato per un incontro tutt’altro che conviviale i vertici delle autostrade.
«È inaccettabile che nel fine settimana andare o tornare dal mare sia un calvario - attaccano dalla Regione - Abbiamo chiesto ai gestori dei due collegamenti autostradali verso la Liguria un incontro urgente per conoscere il piano dei cantieri e le soluzioni che intendono mettere in campo per mitigare i disagi per coloro che per lavoro o per svago utilizzano le autostrade».
E ancora: «Siamo consapevoli che i lavori sono necessari per la sicurezza degli utenti, ma chiediamo di gestire i flussi in modo da ridurre i disagi soprattutto nelle giornate in cui, anche con l’avvicinarsi delle vacanze, le autostrade risultano maggiormente frequentate. L’obiettivo è individuare una soluzione già per i prossimi weekend».L'incontro è fissato per lunedì 12 giugno. Per capire cosa sia accaduto domenica, vi racconto l’incubo di un amico sulle nostre autostrade.
Una l’hanno chiamata Autofiori, e percorrendola a passo d’uomo le mimose e i rododendri hai tutto il tempo di fotografarli da vicino. L’altra è stata ribattezzata Verdemare per far dimenticare il soprannome conquistato sul campo: autostrada della morte. Ma di verde, alle 9 e mezza di sera, dopo cinque ore in auto da Imperia a Carmagnola, c’è soltanto la bile che ribolle al pensiero di dover pure infilare il bancomat al casello e pagare 18 euro e 50 per 148 chilometri da prigionieri di un eterno cantiere (senza operai) che, di tanto in tanto, lascia spazio alle automobili.
«Mai più» urla al telefono il mio vecchio amico Franco quando mi chiama per sapere come sia andata a noi. Che siamo già a casa, da un bel po’. Perché le autostrade della Liguria ci avevano già fregato una volta. E ieri, per evitare crisi isteriche che coinvolgessero anche cani e bambini, abbiamo preferito il col di Nava. Franco, anche detto “testun”, perché fargli cambiare idea è missione impossibile, nonostante i consigli, ha deciso di tirare avanti per la sua strada. Più dritta, certo, e senza salite. Ma piena di ostacoli. Così, il suo ponte del 2 giugno al mare è finito così: con la sua bimba che strilla, la tensione tra mamma e papà che sale.
Una bella litigata e le caviglie doloranti a forza di far su e giù con frizione, freno e acceleratore. Quando mi chiama, ha imboccato l’A10 da un’ora, incontrato almeno due cantieri e poi il grande cartello luminoso che l’ha devastato emotivamente: 22 chilometri di coda da Borghetto a Savona. È l’inizio dell’incubo. Che finirà soltanto a tarda sera, quando il maxi ingorgo sulle autostrade del mare è già diventato un caso. Con qualcuno che propone di adottare il modello New York, riservando più corsie in entrata in Liguria all’inizio dei weekend, e viceversa. Se la proposta verrà accolta, si vedrà. Staremo a vedere. Franco, dal canto suo, domenica prossima andrà in montagna. «Anche perché lì non mi fanno pagare quattro euro una focaccia». Ma questa è un’altra storia.
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