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IL BORGHESE

Il 62% dei comuni è senza banche
Ora se ne vanno anche dalle città

Leggi il commento di Claudio Neve

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Il 62% dei comuni è senza banche

Prelevare un po’ di contanti, fare un estratto conto, pagare una tassa e magari nel frattempo fare quattro chiacchiere con il bancario dall’altra parte dello sportello? Ricordi di un tempo ormai lontano, soprattutto nei comuni più piccoli dove spesso l’impiegato della banca era anche un amico o il vicino di casa. Una realtà che però non riguarda più soltanto loro perché la desertificazione bancaria, cioè la chiusura di sportelli e filiali, avanza veloce come il progredire delle nuove tecnologie che stanno sostituendo il volto amico del bancario con lo schermo anonimo di un computer o un cellulare. E colpisce cittadine sempre più grosse, non solo piccoli paesi di montagna. In Piemonte, secondi i dati dalla Fondazione Fiba del sindacato First Cisl, il 62% dei comuni non ha sportelli bancari sul suo territorio. Ben 19 comuni sono stati abbandonati solo negli ultimi 12 mesi, ulteriore segnale di come la desertificazione è avanzata più rapidamente negli ultimi anni: tra il 2015 e il 2023 il 16% dei comuni è rimasto privo di sportelli. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente: i comuni con un solo sportello sono infatti già il 20% del totale. Nel dettaglio, su 1.180 comuni, in Piemonte sono 736 quelli privi di sportello e 231 quelli che ne hanno uno solo.
Qualche altro numero? 596mila piemontesi vivono in un comune privo di banche e spesso non per loro scelta ma perché così è capitato: oltre la metà di loro, solo 8 anni fa, aveva questo servizio. Stesso problema per le imprese: 40mila hanno sede in un territorio senza sportelli. Come detto, un problema che ormai non riguarda solo piccole realtà: senza banche ci sono cittadine come Nole (6.800 abitanti) o Buttigliera Alta (6.300) mentre con un solo sportello ci sono addirittura Rivalta (più di 20mila abitanti) e San Maurizio Canavese (10.200).
Molti alzeranno le spalle e diranno: «Ci sono le nuove tecnologie, basta usare quelle». Vero, ma solo in parte perché per alcune operazioni il vecchio sportello è ancora l’unica strada. E poi ci sono i nonni che magari il cellulare lo usano soltanto per telefonare, e pure con un po’ di fatica, ai nipotini. Gli stessi nonni che sono, ormai, gran parte degli abitanti proprio di quei paesini da cui le filiali scappano e per i quali spostarsi di qualche chilometro per “inseguirle” può essere ancora più problematico che imparare a scaricare l’App e inserire una password per vedere il saldo del proprio conto corrente dopo l’arrivo della pensione.
Un problema vero, tanto che solo pochi giorni fa se ne è interessato anche il Presidente della Repubblica, lodando l’impegno in tal senso delle banche cooperative: «Si tratta di una funzione economica, si tratta di una funzione sociale - ha ricordato Sergio Mattarella all’assemblea delle Federcasse -, si tratta di un impegno nel solco dell’applicazione delle norme della Costituzione».
L’unica consolazione? Siamo messi male, ma c’è chi sta peggio. In tutta Italia i comuni privi di presenza bancaria ammontano a oltre 3.200, il 41% del totale. E confrontando i numeri con quelli relativi alla fine del 2022, emerge che nel primo semestre del 2023 la desertificazione è avanzata più velocemente nelle Marche (-5%), in Lombardia (-3,9%), Sicilia (-3,6%), Lazio (-2,9%), Umbria e Veneto (-2,6%). A livello di provincia però c’è poco da sorridere: peggio di Torino fanno solo in 25, buona parte delle quali del Sud Italia.

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