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La strage di Brandizzo

Li avete mandati a morire

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Li avete mandati a morire

Li avete mandati a morire

Lanciati in aria come birilli, risucchiati dai vortici creati dalla ruote, fatti a pezzi come manichini in un film dell’orrore. La tragica morte dei cinque operai vittime di uno dei più sanguinosi incidenti ferroviari della nostra storia recente, al di là delle parole di cordoglio, chiede risposte.

O peggio, temiamo, conferme di un sistema di sicurezza sul lavoro che non offre tutele, ma solo rischi. Con quel triste ritornello che abbiamo sentito troppe volte, dopo le tragedie: «La colpa è sempre di chi muore». Capitò persino con il rogo della Thyssen 16 anni fa, quando si tentò di accusare di negligenza le sette vittime bruciate vive, salvo poi accertare le colpe della fabbrica. E più di recente per i tre operai schiacciati dalla gru precipitata in via Genova.

Ma oggi non deve esserci spazio gli scaricabarile. E non bastano certo le dichiarazioni di circostanza su queste morti gratuite. Dobbiamo sapere chi, per negligenza o tornaconto, li ha mandati a morire su quei binari. E qualcuno dovrà spiegare come mai i lavori sulla linea sono stati autorizzati senza avere la certezza dell’assenza di treni in circolazione, condizione fondamentale, questa, per lavorare in sicurezza.

Come va chiarito se ci sono state comunicazioni verso i lavoratori o i conducenti del treno. Ma non finisce qui. Perché di fronte a un convoglio che viaggia a 160 chilometri all’ora mentre attraversa un centro abitato, il problema della sicurezza riguarda non solo gli addetti al lavoro, ma anche i cittadini. Che fretta c’era nel consegnare 11 vagoni vuoti? Chi ha dato l’ordine ai macchinisti di “accelerare dopo la stazione di Chivasso”?. E perché ora sono considerati inutili gli avvisatori acustici per i treni in transito?

Domande che non devono cadere nel vuoto. Così come occorrono verifiche approfondite sulle ditte che si sono aggiudicate appalti e subappalti. A una di queste, la Sigifer di Borgo Vercelli, apparteneva la squadra di lavoratori decimata dall’impatto con il locomotore. Uomini strappati alle loro famiglie che meritano almeno la verità.

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