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IL BORGHESE

Poco buonsenso o malafede?

Leggi il commento di Stefano Tamagnone

Poco buonsenso o malafede?

Poco buonsenso o malafede?

Capita spesso di sentirsi presi in giro in questo Paese fondato sul lavoro (che non c’è o e malpagato) e sui burocrati. Ma di fronte al Covid, e a una campagna vaccinale beffa come quella che stanno sperimentando sulla propria pelle gli anziani e i cosiddetti “fragili”, ci si chiede se - oltre alla mancanza di buonsenso a cui siamo purtroppo abituati - si sia anche un pizzico di malafede.

Perché il Coronavirus, oltre ad aver fatto una strage, di fatto ha cancellato la libertà di un popolo intero per almeno due anni. Con gli italiani, abituati come sono a fidarsi di chi dice di voler fare loro del bene, costretti a convertirsi alla nuova religione virologica professata da grandi esperti di quella scienza che, ad un certo punto, è assurta al ruolo di vera e propria fede, e poi è diventata l’unico motore delle decisioni politiche. Poi, però, da un giorno all’altro, l’allarme è cessato. L’emergenza è stata dichiarata conclusa.

Il Covid - ci hanno detto - è diventato ciò che si diceva sarebbe stato poco prima che ci chiudessero tutti in casa: poco più che un semplice raffreddore. Per qualcuno - però - ossia i pazienti “fragili”, che vanno dai cardiopatici ai “semplici” malati di diabete, il vaccino resta altamente consigliato e gratuito. E qui nascono i problemi. Perché i farmacisti - a cui è stata delegata la campagna che ha coinvolto anche i medici di base - ai fragili i vaccini non possono farli.

E se si prenota attraverso il sito Ilpiemontetivaccina il primo appuntamento disponibile è tra almeno dieci giorni, proprio in concomitanza con l’arrivo dell’influenza che pare aver riconquistato posizioni nelle preoccupazioni degli esperti. Che ora sì dovrebbero alzare la voce, dicendo che - se il Covid è davvero ancora pericoloso per i più deboli - chi di dovere faccia ciò che deve per proteggerli. Ma forse, adesso, sono troppo impegnati su altri fronti. Tra chi da virostar è diventato senatore e gli altri che firmano autografi sui propri libri.

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