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IL BORGHESE
11 Febbraio 2024 - 06:30
La “Carta di Cernobbio” per la sanità «Dobbiamo pensare a nuovi modelli»
La sfida a cui ho assistito sulle rive del lago di Como, è di quelle epocali: dare una risposta ai bisogni sanitari dei cittadini in un’Italia che invecchia come invecchia il Servizio sanitario nazionale che ha bisogno di una cura da cavallo per affrontare le piaghe del passato, i disagi del presente e le sfide del futuro a cui si può rispondere solo con l’innovazione e soprattutto con soluzioni concrete. Dai finanziamenti sostenibili alla revisione della spesa e ai modelli organizzativi in linea con gli altri Paesi europei.
Insomma “una grande riforma” che qui, a Villa Erba, qualcuno ha già definito “La Carta di Cernobbio” chiamando al capezzale del grande infermo ministri, sottosegretari e il meglio della managerialità pubblica e privata che governano la Salute nelle regioni e nei Ministeri, insieme con gli amministratori pubblici, i manager, gli Ordini professionali di medici e infermieri, professori universitari e Associazioni di pazienti.
Un piccolo esercito di saggi (oltre 200) impegnato in una due giorni di decine di sessioni plenarie e laboratori. Con un obiettivo: come trovare nelle pieghe della spesa pubblica le risorse che servono a curare i cittadini? Quali misure adottare e come attuare le riforme trovando il giusto equilibrio tra pubblico e privato, un sistema a due teste dove il primo non può fare a meno del secondo come ci ha insegnato la pandemia? La risposta viene dal direttore scientifico dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, Claudio Zanon, noto medico torinse che di fatto è stato il pifferaio magico di questo consesso insieme con la presidente Giulia Gioda: «L’obiettivo è quello di definire un documento di sintesi finale con idee e proposte concrete che emergeranno da questi incontri per poi sottoporlo a un dibattito pubblico allargato che possa tradursi a breve termine in una proposta politica e tecnica di riforma del Servizio sanitario nazionale».
Un invito raccolto dal ministro della salute Orazio Schillaci (ospite del congresso insieme al collega Gilberto Pichetto, responsabile dell’ambiente) che è fermamente convito che «Occorre ripensare il sistema puntando sull’innovazione, passando da modello che cura a modello che previene, con la consapevolezza che è necessario operare una profonda revisione per rispondere ai nuovi bisogni di salute della popolazione e per colmare tante carenze e disparità geografiche che ancora sussistono».
«È il momento giusto - ha aggiunto - per ripensare un momento riorganizzativo della sanità italiana anche cogliendo appieno le opportunità offerte dal Pnrr per una migliore integrazione tra ospedale e territorio e soprattutto per gestire la domanda di salute di una popolazione che invecchia. Assistenza territoriale e assistenza domiciliare sono le leve strategiche su cui puntare anche grazie alle innovazioni introdotte dalla telemedicina che vede l’Italia all’avanguardia in Europa». La “carta di Cernobbio” sarà pronta entro poche settimane. E se a buone intenzioni risponderà davvero la volontà del fare, diventerà uno strumento di studio e di confronto.
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