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IL BORGHESE

Anche la mala
cambia pelle

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Anche la mala cambia pelle

Anche la mala cambia pelle

La “città del terrorismo del clan dei Catanesi, dell’omicidio Caccia, dello scandalo delle tangenti e dei rapimenti eccellenti”, come la definisce un cronista vecchio stampo come Claudio Giachino nel suo libro “Paradiso e Inferno a Torino”, ha cambiato pelle. Le mafie contrapposte di siciliani e calabresi che si contendevano il territorio di giorno non esitando ad uccidere i rivali scomodi, ma di notte - in un insolito coprifuoco - spendevano milioni (di lire) nei night alla moda come il Chatam di Madama Elvia, adesso indossano la grisaglia manageriale, siedono nei consigli di amministrazione delle aziende che hanno depredato, parlano inglese e tedesco. Sono imprenditori che, a differenza dei loro padri che usavano le pistole a tamburo per non lasciare tracce, oggi usano i subappaltatori, proprio come accade in edilizia. A fare il lavoro sporco, sono altri. Mafiosi anche loro, come i nigeriani che dominano i grandi mercati dello spaccio e della prostituzione. Gente feroce, sottoposta a rituali antichi che prevedono punizioni terribili per chi tradisce. Il loro operato lo descrivono le inchieste e i processi che la magistratura ha in corso. Ma è difficile contare i membri delle loro “truppe” che godo di ricambi continui. Un cancro che permea la città e che non conosce ancora il ruolo devastante dei pentiti che fu quasi fatale alla vecchia malavita. Rispetto al ventennio che va dagli anni ‘70 al ‘90, lo spaccato criminale è figlio dei tempi, con una manovalanza straniera che si vende per pochi spiccioli e poi sgomita per sopraffare i più deboli. Ognuno con un ruolo: boss in doppiopetto, mafiosi sul territorio, galoppini e vedette. Con un’eccezione: i boss che siedono in ufficio oltre ai subappaltatori hanno creato una nuova rete commerciale, quella che si occupa della droga che arriva dal Sud America, fa tappa a a Rotterdam e poi raggiunge Torino con i tir. E qui giocano duro gli albanesi. Il tassello fondamentale del grande business criminale di oggi.

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