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IL BORGHESE

Benvenuti siano i soldati in strada

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Benvenuti siano i soldati in strada

Benvenuti siano i soldati in strada

Era il 4 agosto 2008 quando i militari dell’Esercito vennero schierati per la prima volta nelle strade e delle piazze delle grandi città. Lo decise l’allora ministro della Difesa del governo Berlusconi, Ignazio La Russa. “Una misura straordinaria”, si disse allora per combattere la criminalità e garantire maggiore sicurezza ai cittadini. Doveva essere una sorta di esperimento, un gonfiar di muscoli per ammonire i picciotti della mala e , soprattutto rapinatori e spacciatori.

Sedici anni dopo proroghe e polemiche gli uomini e le donne in tuta mimetica sono ancora lì, nei quartieri più esposti, nelle stazioni come Porta Nuova che restano l’ultimo approdo di tanti sbandati e poi in Val Susa per proteggere il fortino della Tav, al Frejus per dare una mano alla polizia di confine. Esattamente 593 militari che potrebbero anche salire a mille visto che “l’esperimento” iniziato un mese fa a Barriera Milano con un focus particolare sul mercato di piazza Foroni, ha suscitato l’apprezzamento di cittadini e commercianti, consentendo alla polizia turni di servizio 24 ore su 24 con le volanti. Ce n’era bisogno, e lo sappiamo tutti, cronisti compresi. Ma ora la città vuole di più.

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Dopo Barriera c’è San Salvario, Vanchiglia e poi le periferie estreme. A far di conto, così alla buona, di militari che vanno a braccetto con le forze dell’ordine ne servirebbero almeno il doppio. Una sorta di spedizione dei duemila contro il crimine che tuttavia non dovrebbe rispettare solo l’orario 8-20, ma estendersi alla notte. E’ chiedere troppo? Vista la necessità di garantire turni, ferie e riposi servirebbe più di una divisione. La fame, come si dice vien mangiando, ma quando ci sono i topi con i denti aguzzi che ballano, ogni richiesta è lecita.

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