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IL BORGHESE

Lo spezzatino delle imprese

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Lo spezzatino delle imprese

Lo spezzatino delle imprese

Cadono uno dopo l’altro gli avamposti dell’Automotive. Anche quelli che ne hanno fatto la storia a partire dalla fine dell’800 quando Ercole Marelli fondò l’azienda che produceva motori per le automobili, diventata Magneti Marelli con l’entrata della Fiat nel capitale sociale. Un gigante nutrito con l’ingegno e la tecnologia, (s)venduto ai giapponesi, e ora praticamente al lumicino con gli operai ridotti a qualche decina.

Un nome noto che si aggiunge, proprio oggi, a quello della Delgrosso di Nichelino, fino al 2016 leader nei sistemi di filtraggio di olio, gas e gasolio (addirittura premiato dagli eredi dell’Avvocato con il Quality Award Fca) ormai vicina al fallimento, alla Lear di Grugliasco, alla Te Connectivity di Collegno, alla Promotec di Avigliana. Simboli di un sistema industriale che perde i pezzi e che non trova sostegni pubblici o privati, aggiungendo nomi, storie imprenditoriali e di lavoro che vanno ad allungare la drammatica catena di aziende che hanno chiuso a Torino, nella nostra provincia e in Piemonte. Diecimila, dice Unioncamere stilando un elenco che purtroppo abbraccia tutti i settori produttivi.

La copia esatta di quanto abbiamo scritto ieri l’altro sulla situazione torinese ma raddoppiando i numeri della crisi. Dell’auto conosciamo gli effetti del malanno che divora Mirafiori e parte dell’indotto che non ha saputo o potuto trovare clienti all’estero, ma sorprende la caduta del settore Aerospazio che consideravamo in rampa di lancio per diventare un simbolo del futuro industriale di Torino. La pagella è tristemente costellata da insufficienze: dalla meccanica all’elettronica, passando per il tessile, i trasporti, la componentistica, il mobile. Serve una scossa, e non solo per l’auto. Ma soprattutto occorre un progetto di sviluppo per evitare di cantare solo dei salmi che, da anni, non finiscono in gloria.

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