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IL BORGHESE

C’è ancora chi ama le divise

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

C’è ancora chi ama le divise

C’è ancora chi ama le divise

Basta un viaggetto con la metro fino al fondo di via Nizza, proprio nei pressi del grattacielo della Regione, o una passeggiata nei mercati rionali a cominciare da Barriera Milano per respirare la paura. La gente è stufa dell’assedio degli spacciatori che vendono droga fin dalle prime ore del mattino, teme le risse che sono ormai la costante di ogni notte, è terrorizzata dai furti, dalle rapine e dai tentati stupri.

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L’altra faccia di Torino, quella che si contrappone alla violenza degli anarchici che assaltano le macchine della polizia, che scrivono sui muri delle fabbriche abbandonate “Polizia fascista”, o peggio la dipingono come una truppa di drogati. In Barriera Milano, in via Nizza, nei mercati rionali, specie in via Madama Cristina e piazza Foroni, ma anche a Lingotto e Filadelfia si invoca l’aiuto del questore per avere più volanti e si continua a chiedere di aumentare il numero dei militari impegnati nell’operazione “strade Sicure”. Seicento militari già all’opera che diventano quasi mille proprio da lunedì, accogliendo le richieste dei quartieri più a rischio, anche per rispondere a chi, proprio tra via Nizza e piazza Bengasi è costretto a riti carbonari per denunciare ai cronisti situazioni di vita e commercio ormai impossibili da sopportare.

Così un bar, con le serrande abbassate raccoglie un gruppo di cittadini per raccontare lo spaccio in monopattino, i palpeggiamenti alle fermate dei bus, gli scippi e le minacce. Partirà da qui e si estenderà a macchia d’olio il pattugliamento dei militari che, di fatto consente alle volanti un presidio più mirato, soprattutto la notte. Certo i bastian contrari non mancano e c’è chi, sull’onda della caccia alle streghe ordita da chi vorrebbe delegittimare le forze dell’ordine, grida in strada: “Via i militari, Barriera libera”. Gente che detesta le divise o sostenitori degli spacciatori? Il dubbio viene.

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