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IL BORGHESE

Il maggio rovente della Fondazione Crt
Dopo Palenzona arriva il commissario?

Il Ministero dell’Economia studia le carte e verifica gli atti e soprattutto le nomine

Il maggio rovente della Fondazione CrtDopo Palenzona arriva il commissario?

Fabrizio Palenzona

C’è poco meno di un mese di tempo per rimettere ordine nella Fondazione Crt, dopo le dimissioni di Fabrizio Palenzona. E a Torino si è già aperta la corsa verso la successione. Il tempo stringe e così già martedì 7 maggio il Consiglio di indirizzo di Crt appena rinnovato si riunirà per valutare i requisiti di eventuali candidati alla presidenza che verranno votati entro il 20 maggio. E subito dopo toccherà al nuovo segretario generale in sostituzione dello sfiduciato Andrea Varese. Il cda invece rimarrà in carica per ancora un anno. In ballo c’è la credibilità della Crt, una delle prime quattro fondazioni per importanza e patrimonio a livello nazionale, tra le cui partecipazioni annovera quella in Unicredit.

Ma soprattutto incombe l’ombra del Ministero dell’Economia, organo vigilante sugli ex enti bancari, che potrebbe nominare un commissario, arredando il board. Un potere che il Mef ha esercitato la prima e ultima volta nel 2018 con la Fondazione Banco di Napoli. Per Torino sarebbe uno smacco senza precedenti che macchia la reputazione dell’intero territorio. La situazione insomma è delicatissima specie dopo che il Ministero ha depositato un esposto alla Procura di Roma, un atto dovuto dopo la segnalazione di Palenzona al tesoro in cui denunciava una sorta di “patto occulto” all’interno della Crt e dopo la comunicazione di un altro esposto alla Procura di Torino.
Ma non solo: il Ministero dell’Economia ha richiesto, entro 10 giorni (già scaduti) al presidente ad interim Maurizio Irrera, ai consiglieri del cda Caterina Bima, Davide Canavesio, Anna Maria Di Mascio, Marco Giovannini Antonello Monti e agli organi di vigilanza i verbali delle riunioni del 19 e 22 aprile ove è stato sfiduciato Varese e dove si è proceduto alle nomine nelle partecipate (Ogr, Equiter e Ream) dopo che Palenzona ha abbandonato la seduta essendo ormai in minoranza. Il culmine della guerra intestina che ha travagliato la Fondazione non solo negli ultimi mesi ove al presidente dimissionario sono stati imputati investimenti non in linea con la filosofia dell’istituzione, vale a dire in Banca del Fucino, nella vigna Enois (20 milioni) e la vendita dei titoli Banco Bpm che ha comportato una rinuncia al dividendo e al successivo apprezzamento del titolo per cui Crt avrebbe maturato una teorica perdita di 45 milioni.


Che accadrà? In Fondazione da fine maggio siederà un commissario o un nuovo presidente? Ammesso che il Ministero rifletta e faccia un passo indietro, nella successione a Palenzona giocano un ruolo fondamentale i duo Lo Russo e Alberto Cirio. E secondo indiscrezioni il sindaco e il presidente della Regione avrebbero già stretto un patto con la Camera di Commercio per trovare un presidente super partes in grado di riportare la Fondazione in un alveo di azione più territoriale: meno finanza e più sostegno al terzo settore, università, scuola e cultura. Un po’ nel segno di quanto è accaduto in Compagnia di San Paolo. E si fanno anche i primi nomi: da Guido Saracco (per restare nell’orbita dei prof.), del notaio Ganelli, di Enzo Ghigo, ex presidente della Regione ora al Museo del Cinema, dell’imprenditrice dell’oro Licia Mattioli, all’economista Pietro Garibaldi. Mentre si fa strada anche l’ipotesi che si possa richiamare al soglio il vecchio presidente Giovanni Quaglia, detronizzato proprio da Palenzona.

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