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16 Maggio 2024 - 06:30
Fabrizio Palenzona
All’indomani della scelta della giurista Anna Maria Poggi, vicina al mondo cattolico e in particolare a Comunione e Liberazione, come futuro presidente della Fondazione Crt dopo la sfiducia a Palenzona e la conseguente spartizione delle cariche nelle principali partecipate, una certezza c’è: il sistema Torino, sulla carta, ha piazzato un’altra zampata allineando sullo stesso bastione le due grandi Fondazioni, ossia la Compagnia di San Paolo e la stessa Crt. Come dire che i due Fondi Sovrani della città sono orientati al centro sinistra, come vuole una tradizione mai scalfita negli anni, neppure dopo la vittoria del centro destra in Regione. Frutto di quella “concordia istituzionale” che sembra dominante tra Comune e Regione? La domanda è lecita visto che dalle due casseforti sgorgano milioni di euro che irrorano le iniziative del Terzo Settore, della cultura e dell’istruzione con logiche (e stanziamenti) che sfuggono al cittadino comune.
E dunque ci si chiede se, per onorare davvero l’equilibrio tra le due fondazioni non sarebbe stato più opportuno indirizzare alla presidenza di Crt un personaggio della caratura di Domenico Siniscalco, torinese, economista e banchiere, ministro dell'economia e delle finanze, come indipendente, nel secondo e terzo Governo Berlusconi. Ma sull’argomento non c’è dibattito, specie ora, a giochi che paiono finiti, almeno sulla carta. E le bocche restano cucite. Mentre si aspettano notizie da Roma.
Già perchè di là di queste riflessioni resta sul tavolo l’attuale situazione della Crt che ha già disegnato la mappa del futuro potere con la presidenza di Anna Maria Poggi e, immaginiamo, con l’accordo sul segretario generale che dovrebbe essere Paolo Bertolino, attuale segretario di Unioncamere, molto vicino alla stessa Poggi che già aveva sostenuto la sua candidatura in Compagnia di San Paolo, quando poi venne indicato Alberto Anfossi.
Una strategia conservativa, dunque, che conferma “la vicinanza politica” tra i due Fondi, ma soprattutto mira ad allontanare lo spettro del Mef che ancora oggi potrebbe intervenire sul sospetto di ingovernabilità della fondazione alla luce degli esposti in magistratura (a Roma e a Torino) che discendono dalle pesanti parole dell’ex presidente Palenzona che accusò - in una lettera indirizzata al ministro Giorgetti - alcuni consiglieri di aver creato addirittura “una fondazione nella Fondazione” a scopi personali. Ma non solo: per dimostrare che la vita scorre nelle vene dell’istituzione di via XXSettembre, il Cda nella riunione dello scorso martedì, ha deliberato 14 milioni di euro a supporto di teatri, musei, istituti di ricerca e terzo settore certificando la piena attività degli organi preposti alla guida della Crt. Basterà la prospettiva di una presidenza di alto profilo (che si dovrebbe concretizzare il prossimo 21 maggio con l’elezione) e la rapida ripresa delle attività sotto la guida del reggente Irrera a convincere il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il direttore generale Marcello Sala che sta verificando personalmente documenti e verbali di quel triste 23 aprile? I maligni sostengono che l’elezione di un nuovo presidente che sopravvenisse prima delle conclusioni del Tesoro non costituirebbero un impedimento all’adozione di misure sanzionatorie. E, in extremis, al commissariamento.
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