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IL BORGHESE
02 Giugno 2024 - 06:30
No tav organizzati come i terroristi
L’attacco di un commando incendiario dei NoTav che ha praticamente distrutto la Acsel di Bruzolo, azienda strategica che raccoglie i rifiuti in 37 paesi della Valle di Susa, scrive un capitolo nuovo nella guerra all’alta velocità che va avanti da quasi 30 anni. Quel rogo notturno esce da qualunque logica della contestazione e si veste delle tecniche del terrorismo. Con un risvolto che da una parte investe i servizi verso i cittadini, rischiando di bloccare la raccolta dei rifiuti che anche in un’estate come questa può creare seri problemi alla salute e dall’altra - fatto ancora più grave - colpisce la gente che “loro”, i No Tav, sigla in cui convivono black block, anarchici e malfattori, dicono di rappresentare.
Violenza e tracotanza si mescolano in questa notte che ci fa tornare indietro nel tempo, addirittura al 2013 quando la Acsel subì un primo attacco. Ma con una differenza: allora i danni furono più lievi. Mentre ieri, ad agire, sono stati probabilmente professionisti che hanno distrutto otto camion insieme ad altra attrezzatura per centinaia di migliaia di euro. E che non hanno esitato neppure ad apporre la loro firma. Aggiungendo una minaccia che potrebbe nascondere un altro obiettivo, la sede dell’azienda Sitalfa, coinvolta, come è noto, in una recente vicenda giudiziaria che affonda le radici nella realizzazione dell’autostrada Torino-Bardonecchia.
Dobbiamo temere un escalation della guerra No Tav? La domanda non investe solo le forze dell’ordine che hanno già alzato la guardia e riguarda da vicino l’intera valle che, a giudicare dal Pil dei singoli comuni, è scivolato in basso rispetto ad altre zone del Piemonte in questi anni di continue tensioni. E rischia di diventare off limits per chi in queste terre vorrebbe investire nella prospettiva dello sviluppo che l’alta velocità potrebbe creare.
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