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IL BORGHESE
08 Novembre 2024 - 05:00
Poste fa maxi utili ma chiude gli uffici
Matteo Del Fante, CEO di Poste Italiane, è un uomo felice. Il Gruppo negli ultimi 9 mesi ha realizzato i migliori risultati di sempre e il 20 novembre pagherà un acconto sui dividenti agli azionisti pari a 427 milioni con un incremento di utile del 39% rispetto all’anno scorso. C’è da fregarsi le mani, per chi sta sulla tolda di comando e fa la conta sulla crescita dei ricavi (+14,6%) grazie alla consegna dei pacchi che - a detta del sempre sorridente Del Fante - hanno avuto una crescita straordinaria. Applausi al moderno postino che sette anni fa ha avuto il merito di crederci fino in fondo.
Ma come la mettiamo in questo baluginio di milioni, con gli uffici periferici che chiudono a Torino specie nei quartieri periferici, dove il personale fa turni massacranti e i cittadini rischiano di perdere un servizio fondamentale specie se sono anziani? Parliamo di briciole in contrasto con la mietitura dell’oro che mostrano i bilanci dei primi nove mesi del 2024.
Peggio, se la volessimo mettere sul sociale, di un sfregio ai propri clienti a cui l’azienda si limita a cantare la solita canzone dell’on line, proprio mentre porta avanti il “Progetto Polis” per fare della rete capillare degli uffici un vero punto di riferimento del territorio, vantando tre mila punti attivi per il pubblico in grado anche di sfornare i passaporti che, per i commissariati di polizia, sono diventati una vera croce.
Temo che in realtà dietro la manovra ci sia la solita “razionalizzazione”, cioè i tagli strategici laddove gli uffici rendono meno e comunque costano. Così le periferie di Torino fanno da cavia e le Poste risparmiano su affitti, luce, attrezzature e, soprattutto, personale. Ma così non va bene, e giustamente la gente scende in piazza, raccoglie firme e insomma fa casino coinvolgendo le istituzioni. Perchè il servizio postale è un diritto acquisito oltre che un dovere. E anche chi va alle Poste pur senza essere un azionista, va rispettato.fossa
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