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IL BORGHESE

Le Atp sono nostre
guai a chi le tocca

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Le Atp sono nostreguai a chi le tocca

Le Atp sono nostre guai a chi le tocca

Non voglio rompere l’incantesimo delle Atp Finals dove insieme al Maestro Jannik Sinner ha vinto anche Torino, ma non posso dimenticare che c’è un’altra partita che non si può perdere. E riguarda il vecchio duello con Milano che, a memoria, è sempre stata abilissima nel sottrarci quello che è nostro. In altri settori che non riguardano fino ad ora la sapiente capacità di impugnare una racchetta, l’abilità meneghina è sempre stata quella del furto con destrezza. Ce lo insegna la storia dell’alta moda, cominciata a Torino con le sartine capaci di fare capolavori e finita a Milano con la Fashion week che mobilità gli stilisti del mondo intero, e prosegue con l’arte dolciaria che faceva furore a Torino Esposizioni e, in tempi recenti, anche con il Salone dell'Auto, poi ritornato mestamente a casa nostra. E con successo. Sorvolo Telecom e persino il San Paolo che oggi, da emigrato di gran potere a casa dei cugini, metterebbe volentieri le sue sapienti mani sulle racchette d’oro che oggi sono marchiate dal simbolo della Mole. Sinceramente non mi sono piaciuti, durante la premiazione con l’insalatiera d’argento a Jannik, i silenzi di Angelo Binaghi, Presidente della Federazione Italiana Tennis. Non una parola sull’accoglienza della nostra città e tanto meno sul futuro delle Atp a casa nostra. Silenzi maliziosi che celano quei giochetti della politica che abbiamo già vissuto con le Olimpiadi del 2026 proprio nel solito derby tra Torino e Milano. Oggi applaudiamo alla certezza che le Atp si giochino in Italia, ma Casa Tennis, diciamolo con forza, deve restare a Torino. O meglio nel quartiere Santa Rita a due passi dallo stadio del Toro, dallo Sporting e, soprattutto da piazza d’Armi che è già la nostra cittadella dello Sport. Non basta crogiolarsi nel successo straordinario di quest’anno, adesso dovremo difendere questa manifestazione sportiva che è frutto di una grande fatica organizzativa e tenerla a casa nostra. Perché i derby non si giocano, si vincono

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