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IL BORGHESE

Tolleranza zero. contro i pusher

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Tolleranza zero. contro i pusher

Tolleranza zero. contro i pusher

Le periferie, e in particolare Barriera di Milano, vivono in una sorta di occupazione quasi paramilitare da parte della malavita. Spacciatori, soprattutto. O peggio dei venditori di crack che quasi ci siamo stufati di definire “i venditori di morte”. Lo provano i video di una donna coraggiosa che ha visto degradare il quartiere dove è nata e cresciuta. Lei che ricorda come quelle strade, specie corso Giulio Cesare, fossero “strade belle e sicure” e che oggi ha raccolto flash di guerriglia urbana tra risse, lanci di pietre per spegnere le telecamere, pestaggi, disperati che si bucano sui marciapiedi, auto devastate. Ore di filmati accompagnati da esposti alla Prefettura e spesso inutili chiamate alle forze dell’ordine. Servirebbe determinazione e pugno duro e invece la gente di qui ottiene solo silenzio. Anche i militari che sembravano una soluzione contro i violenti, ora appaiono -lo dice la gente- “solo belle statuine”. E forse lo sono visto che le regole di ingaggio prevedono solo “osservazione” e non interventi diretti. Il Prefetto li difende, sostiene che sono “di supporto alle pattuglie delle forse dell’ordine sul territorio”, ma chi vive in un degrado insopportabile, non capisce. E si ribella specie in zone in cui si spaccia 24 ore su 24, con sentinelle nerborute che proteggono i pusher e bastonano i tossici che si fanno di crack e poi diventano violenti. Largo Giulio Cesare e le strade limitrofe come via Volpiano, sono ormai invivibili. Ma non va meglio in certe notti a San Salvario. C’è un’emergenza che non può più essere ignorata e il Comitato per la sicurezza deve farsene carico. Come il Comune a cui spetta il compito di vigilare con la polizia locale. Ricordiamo alla politica “il vigile di quartiere”, alla polizia le retate di antica memoria. E al governo la possibilità di cambiare le regole d’ingaggio ai militari. Da semplici “osservatori” a pattuglie operative. Perché continuare a subire abusi, spaccio, stupri e violenze è inaccettabile.

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