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Il Borghese

Chi porta via i bambini (e chi dovrebbe farlo)

Il caso dei bambini abbandonati in mezzo al crack, a Torino, e la storia dei genitori-nonni

Chi porta via i bambini (e chi dovrebbe farlo)

C’era droga, in quella casa dove sono stati trovati, soli da chissà quanto tempo, due bimbi di appena 2 e 4 anni. E non lo si dice perché, quando i pompieri sono entrati a soccorrere i bambini, sono state trovate delle pipette di crack: la famiglia era seguita dai servizi sociali perché “fragile”, termine con cui si cataloga una infinità di problemi, tra cui la droga.

La tossicodipendenza del compagno della madre, infatti, pare fosse piuttosto nota. Ma fino a quel momento in cui nessuno ha risposto alla scampanellata (e alle telefonate) dell’assistente sociale, non si era valutato che fosse necessario un intervento drastico. Ossia, togliere i bambini alla madre.

Ché togliere dei figli a una madre dovrebbe essere sempre la soluzione estrema, compiuta possibilmente nell’unico interesse dei piccoli, non altro: né per ragioni social-ideologiche né per corrispondenza di chissà quale parametro o tabella infilata in un manuale... Qui però si è rischiata davvero una tragedia, visto che madre e compagno sono spariti.

Eppure, parecchi anni fa, ci volle molto meno per portare via Viola ai suoi genitori. La vicenda la ricorderete: era quella dei genitori-nonni, quella coppia un poco avanti con gli anni che era riuscita a concepire una figlia, grazie alla scienza. Ma il papà, un dannato giorno, viene segnalato (da chi non si fa gli affari suoi) per abbandono di minore: ha lasciato Viola in auto, mentre portava in casa la spesa. Viola è andata in adozione: errori, per quanto gravi, che si perdonano a genitori “normali”, qui erano un delitto.

Chi decide, che si tratti di togliere o a chi dare in adozione, che sia tra gli assistenti sociali o al Tribunale di minori - non un magistrato, si badi bene, ma un professionista che svolge ruoli di giudice onorario, spesso -, ha una responsabilità enorme. E, dopo, è sempre facile cogliere l’errore, la colpa. Quello che è sempre lecito è fare domande, da cronisti o da uomini e da donne. Purtroppo assistenti sociali e giudici hanno una cosa in comune: non amano le domande...

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