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Il Borghese

Esci di sera? A Torino c'è l'app anti violenza (non solo per le ragazze)

Il rebranding di SafeMate e la tecnologia che ricostituisce i sistemi di allarme scomparsi

Esci di sera? A Torino c'è l'app anti violenza (non solo per le ragazze)

Una volta se l’auto che incrociavi ti faceva i fari, significava che più avanti c’era una pattuglia (o un velox). Meno lontano nel tempo, le mappe dei navigatori erano aggiornate con i velox segnalati da altri automobilisti. Oggi, invece, per muoverti a piedi a Torino o altre città, ti serve una app che ti aggiorni dove ci sono facce losche, situazioni di pericolo, strade buie...

La ratio che ha mosso Giulia Tortoioli e Giorgio Spadaro, entrambi laureati in ingegneria al Politecnico di Torino, e Benedetto Cosentino, laureato in Informatica all’Università di Padova, in fondo è questa: mappe che si aggiornano con le segnalazioni degli utenti (per i nostalgici viaggiatori in autostrada: le news di Isoradio). Hanno creato una startup che, da un paio d’anni, lavora ad app contro "la violenza di genere", non a caso l’azienda si chiama SafHer.

Ora, però, c'è stato il rebranding in SafeMate. Perché? I founder spiegano che volevano "un nome che rappresentasse il nostro impegno a fornire uno strumento di sicurezza per chiunque, senza barriere o distinzioni". Quindi, non solo donne e ragazze. E poi "mate" che vuole indicare "il cuore della nostra app: la connessione tra le persone e la creazione di una rete di supporto condivisa".

La app diventa quindi una vera e propria community. Quindi, chi non può evitare di passare in una zona segnalata come pericolosa avrà la “compagnia” di qualche altro utente, con videochiamata. C’è anche il pulsante per la chiamata d’emergenza rapida. Una versione smart di quanto c'era nel secolo scorso (epoca ante cellulari), nelle città, ossia le colonnine con tanto di lampeggiante sopra che servivano per chiamare al volo la polizia. E non troppo tempo fa nei parchi c’erano dei “pulsanti Sos” (mai troppo funzionanti).

In compenso abbiamo i buttafuori sui tram per scortare i controllori (una volta c’era il bigliettaio, ma oggi cosa farebbe?) e i vigilantes armati in ospedale. Vogliamo chiederci se, nelle nostre città, non c’è per caso qualche problema? Speriamo che almeno serva al business di chi lavora per la sicurezza.

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