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Il Borghese

Dalle spade ai tombini, ecco cosa sta capitando in centro a Torino

Spaccate a ripetizione e rapine ai tassisti, mentre il crack sta diventando come l'eroina degli anni '80

Dalle spade ai tombini, ecco cosa sta capitando in centro a Torino

Ci sono nuove attrattive, nel centro di Torino. Una è lo Spaccavetrine, un intrattenimento notturno, che peraltro interessa anche il resto della città, sia detto. E si unisce ai campeggi abusivi in piazza Castello, ai portici-dormitorio e amenità varie.

In soli venti giorni si contano ben dieci spaccate ai danni di esercizi del centro, tutti per bottini di poco conto: normalmente il fondo cassa. Sono stati colpiti la libreria Luxembourg, il negozio di dolci Giandujotto, poi Baratti & Milano, la gelateria Mivà e altri. Vetrine infrante, a quanto pare da gente a viso scoperto, come se non avesse paura di essere identificata. Ladruncoli di poco conto o vandali che poi si prendono i pochi soldi come “premio” di una loro personale “challenge”? O ancora dipendenti dal crack (come il rapinatore di tassisti, a proposito), la cui diffusione è rapportabile soltanto a quella dell’eroina negli anni ‘80, ormai: un’epoca dove vedevi giovani abbandonati sui gradini del sottopasso di Porta Nuova, fra “spade” e questue o piccole rapine (magari con la siringa usata come arma, mentre adesso ci sono tombini e cubetti di porfido), proprio come adesso li trovi a consumare crack persi nei vapori sui gradini della stazione della metropolitana.

I commercianti si scagliano - non nell’ordine - contro il costoso sistema di vigilanza che evidentemente non funziona, la questura, la polizia municipale, il sindaco, e le troppe «telecamere inutili» (anche se, per esempio, almeno per alcune cose, al prefetto basterebbe aprire la finestra).

Insomma, la solita situazione di cui parliamo anche troppo spesso, dal centro a Barriera. E continueremo a parlarne (ma non è una buona notizia).

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