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Il Borghese
31 Luglio 2025 - 08:20
Quando i rumors su Iveco - dopo che era già stato annunciato lo scorporo di IDV dal Gruppo - erano diventati sempre più insistenti, da Exor era arrivato informalmente un semplice «no comment». Fare gli indiani - ed è dannatamente azzeccato, in questo caso - è abitudine tanto per la natura delicata delle fusioni quanto per l’attitudine degli Elkann/Agnelli. In ogni caso, affare fatto: lo spezzatino è servito con camion e bus agli indiani di Tata Motors e la Defence a Leonardo e Rheinemetal. Almeno una parte resta italiana...
Lo sbarco dell’India a Torino non è neppure una gran novità, considerando che Mahindra si è presa da tempo Pininfarina e che la stessa Tata ha avuto joint venture con Fiat... Ma questa doppia cessione va letta in un quadro d’insieme. Intanto, mettendo insieme i miliardi (con tanto di dividendo extra come premio) da Iveco a quelli della cessione di quote Ferrari, John Elkann può strategicamente disporre di 5 miliardi per nuove acquisizioni. Ma in quale campo? Sanità e biotecnologie, probabilmente. Quello con Iveco è un doppio disimpegno: da un settore specifico dell’automotive che non può resistere se non in forma di colosso (la stessa ratio che ha fatto nascere Stellantis) e dall’ipotetica conversione all’industria del riarmo, meglio lasciare ci pensi Leonardo...
E se adesso toccasse anche a Stellantis, dopo aver magari sforbiciato i suoi troppi brand, fondersi ancora? Non più con Renault orfana di Luca De Meo, però c’è sempre Ford... Quanto a cessioni, c’è ancora il gruppo Gedi: si parla di un’offerta di 50 milioni e della cordata con Vivendi che, secondo alcuni pettegolezzi a Torino, starebbero tenendo d’occhio anche in casa Mondadori (Berlusconi). Magari non il giornale di famiglia, non nel momento in cui il nipote dell’Avvocato sta tirando fuori soldi e impegni (e concertoni) su Torino. Però a Repubblica qualche brivido corre da tempo... Rimanete sintonizzati: non è finita.
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