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Il Borghese

Se il prefetto (e non solo lui) fa l'indiano

Da Torino a Milano i registi del caos sono sempre gli stessi

Se il prefetto (e non solo lui) fa l'indiano

Mentre Torino veniva paralizzata dal corteo per Gaza, il nostro prefetto era assieme al sindaco e agli industriali ad accogliere l’ambasciatrice indiana. O è il segno che la situazione in Prefettura era considerata sotto controllo, oppure non era abbastanza grave per l’attenzione del rappresentante del governo in ufficio, se non proprio in una unità di crisi.

Lasciando perdere il traffico paralizzato dalla marea umana e dai blocchi “spontanei” senza vigili urbani nei pressi, assalto a un centro commerciale, in mezzo alla folla, invasione dei binari e conseguenti ritardi e cancellazione dei treni, cui aggiungere i disagi causati dalla guerriglia in stazione Centrale a Milano, quanto visto in serata è assolutamente intollerabile.

Il corteo che ha sfilato da piazza Castello ha invaso l’autostrada A4: dal fondo di corso Giulio Cesare, lo spezzone più “caldo” dei manifestanti, fatto di appartenenti ai centri sociali, è entrato indisturbato in autostrada, al seguito del suo furgone. Qui, i manifestanti hanno fatto partire anche una salve di fuochi d’artificio.

Chiedo per un amico: tutto normale secondo il prefetto, il questore e chiunque non sia riuscito a impedirlo? È normale obbligare dei commercianti ad abbassare le saracinesche, matricole universitarie a tornare a casa nel loro primo giorno di lezione perché una minoranza ha deciso che non devono entrare?

Il tutto, per cosa? Per una sedicente solidarietà espressa con la prepotenza, i cori, i fumogeni? In uno stadio, per molto meno, scattano le chiusure delle curve - in altri Paesi, almeno, qui meglio non parlarne.

Al netto delle sparate dei sindacati, gli organizzatori del caos, dei disordini sono sempre gli stessi, lo sanno anche le forze dell’ordine. Di fatto la città è nelle loro mani, in balia dei loro umori, dei loro piani. Domanda: perché c’è la sensazione che su questo in tanti facciano gli indiani, ben più del prefetto?

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