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Il Borghese
14 Dicembre 2025 - 08:40
John Elkann si infila una felpa della Juventus e in un video giura - parlando a braccio, invece che con il solito foglio davanti - che la Juve non si vende perché è parte della storia della famiglia (quella stessa che si scanna in tribunale da anni), dei suoi valori, eccetera eccetera. Ma la curiosità è che il video è arrivato alle redazioni con un comunicato stampa che seguiva di poco quello ufficiale del cda di Exor: «Inviamo di seguito una traduzione di cortesia del comunicato stampa» diceva la mail. Perché ovviamente la nota di Exor, che è per i mercati prima di tutto, era in inglese. E d’altra parte Exor ha sede in Olanda.
Quindi fa sorridere che ci sia gente in politica (ma anche tra i giornalisti di Elkann) ossia a sinistra che, per la vendita dei pezzi di Gedi, chieda al governo di attuare il Golden Power, per salvare una impresa italiana. Signori, Gedi sarà italiana ma è di Exor che ha sede ad Amsterdam, il padrone di tutto è nato a New York e fino ai sedici anni l’Italia l’ha vista di rado, anche se dichiara l’amore per Torino (e ci ha fissato la residenza e i suoi figli ci sono andati a scuola).
Parliamoci chiaro: questo è il linguaggio del business. Si parla in inglese e si conteggiano le fortune in dollari o in sterline. Dunque, si vende comodamente a stranieri - i greci Kyriakou con il principe bin Salman come socio, per l'ex Fiat ai francesi -, snobbando l’offerta made in Italy di Leonardo Maria Del Vecchio (la cui holding ha però sede in Lussemburgo, quindi nessuno è “innocente” in questo mondo); certo, il ceo di Stellantis ora è italiano, ma il suo ufficio è a Detroit e nel conto degli investimenti USA battono Italia 13 (miliardi) a 2. Dunque di cosa parliamo?
Certo, le lettere di licenziamento, pardon di incentivo alle dimissioni, dalle parti di Mirafiori sono sempre arrivate in italiano. Come le offerte di andare per qualche tempo in Serbia per avere lo stipendio pieno.
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