l'editoriale
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09 Giugno 2022 - 07:01
«Giù le mani dalla scuola» cantavano ieri migliaia di bambini di Barriera. Hanno sfilato per il quartiere, stanchi di rimanere senza computer e strumenti musicali: «Ci sono stati 40 furti negli istituti in questi mesi: ora basta» motiva uno degli organizzatori, Ludovico Lanni. Tra genitori, residenti e commercianti prevale il pessimismo: «È tutto inutile».
Sperano il contrario insegnanti e associazioni che hanno lanciato “Un abbraccio alle scuole di Barriera”: cinque cortei in giro per il quartiere, che ieri mattina hanno coinvolto i 1.300 studenti dell’istituto comprensivo di corso Vercelli e centinaia di loro compagni della Pestalozzi, del Gabelli, del Bobbio - Novaro e del Giachino. Un modo per lanciare un segnale di riscatto e di presenza, con i tamburi e i cori dei bambini a fare da “megafono” di un problema che si trascina da tempo. Alla base, infatti, ci sono i furti subiti dalle scuole: più di 40 nel 2021, continuati anche di recente.
«L’ultima goccia sono i 5 che ci sono stati nelle ultime due settimane - introduce Lanni a nome di Eufemia, l’associazione che ha promosso l’iniziativa -. Hanno preso computer, tablet e strumenti musicali, spaccando vetri e macchinette del caffè. Qui parliamo di bande organizzate: le istituzioni si sono dimenticate che le scuole vanno difese? Ormai i ragazzi e gli abitanti vivono da anni sotto la coperta della paura e della sofferenza: è comprensibile, visto che non riusciamo a proteggerli». Aggiunge Rosanna Di Cara, dirigente scolastica del comprensivo di corso Vercelli: «La scuola è un posto sacro, come la chiesa e la moschea: dev’essere sicura. Oggi non è così. Ma non è colpa della gente del quartiere, dove vivono tante brave persone che subiscono questo clima. Per questo bisogna creare un clima di fiducia e vicinanza».
Ci sperano Laura Arcidiacono e Cristina Nicolello: «Nella scuola dei nostri figli sono entrati 16 volte: ben vengano queste iniziative, che piacciono ai bambini e sensibilizzano chi deve far qualcosa».
A promettere ascolto c’è il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto: garantisce una «alleanza istituzionale per rendere le nostre scuole e i nostri bambini più sicuri, a prescindere dai colori». Nel quartiere sono pochi a credere a queste promesse: «Il sindaco Stefano Lorusso dice che Barriera non è un brutto quartiere - si sfogano altri due genitori, Amedeo Nazzaro e Cettina Lo Bartolo - Ci ha fatto male leggere quelle parole, forse non sa neanche dove siamo: è dalle Olimpiadi del 2006 che non vediamo le nostre strade pulite. Negli ultimi 20 anni siamo stati abbandonati e lasciati al degrado. Qui ci costringono a diventare razzisti: gli stranieri vengono qui, non si integrano e non rispettano le regole». Un residente, Emilio Dimitri, usa gli stessi concetti: «Torino è piena di immigrati cui permettiamo di fare tutto ciò che vogliono. A me uno ha minacciato con un coltello ma sono riuscito a dargli uno schiaffo e andarmene. È un piacere vedere tutti questi bambini ma è tutto inutile». Fra i pochi ottimisti la signora Abigail, mamma di un bambino dell’istituto comprensivo di corso Vercelli: in inglese dice che «i bambini sono felici e speriamo che trasmettano un po’ di allegria e di fiducia a tutti».
Replica Pino Spera, titolare della pizzeria accanto all’istituto di corso Vercelli: «Questi cortei non servono, per gli studenti è tutto un gioco: ci vogliono controlli e polizia contro i ladri e gli spacciatori che sono ad ogni angolo. Da me hanno rubato tre volte e intanto i delinquenti restano in libertà, come quello col machete».
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