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Scuola, si parte nel caos tra insegnanti precari e personale mancante

scuola alunni maestra

Fonte: Depositphotos

Domani suonerà la prima campanella nelle oltre 25mila classi delle 540 scuole statali piemontesi che ospiteranno 505mila studenti, 8mila in meno rispetto all’anno scorso. Il ritorno alla normalità, grazie alla tregua, probabilmente soltanto momentanea, della pandemia, sarà però all’insegna del caos, tra personale mancante e precario, e l’incubo del carobollette.

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, ha confermato che «la copertura del posti 96% dei posti permette alle scuole di avere a disposizione, fin dai primi giorni, tutti i docenti». Sì, ma ne mancano ancora all’appello centinaia, e in migliaia sono stati assunti soltanto annualmente. Dai dati dell’Usr emerge che le immissioni in ruolo, sono 2.962, il 30% su posti di sostegno, 16.648 quelli che hanno avuto la nomina di supplenza, il 36% per il sostegno. «Ciò significa che quasi cinque docenti su sei sono precari, non si è data soluzione al tema del reclutamento» sottolinea Luisa Limone, segretaria Cgil Scuola Piemonte.

E a Torino? «I posti autorizzati per tutte le classi di concorso sono 4.586, ma i posti effettivamente coperti per disponibilità nelle diverse graduatorie sono circa 1.500, il resto sono tutte nomine annuali» spiega Simona Sacchero, segretaria Cisl Scuola Torino. Ciò significa che ci sono circa 3mila insegnanti precari. Nelle prossime settimane saranno però effettuate altre 2.400 assunzioni dal concorso straordinario. «Ma il loro posto - fa presente Sacchero - è accantonato e sostituito da docenti graduatorie di istituto o dalle messe a disposizione». La situazione più difficile riguarderebbe elementari e materne. Come spiega Diego Meli, segretario Uil Scuola Piemonte, infatti: «Le graduatorie sono esaurite, ci sono state tante rinunce e senza personale il tempo pieno non potrà essere garantito, almeno non nelle prime settimane». I problemi però gravano anche sulla scuola secondaria: «L’algoritmo utilizzato per la selezione dei docenti ha escluso centinaia di supplenti che lavoravano nella scuola da tantissimi anni a favore di altri che hanno appena iniziato la carriera» accusa Alina Rosini di Cub Scuola.

I sindacati sono molto preoccupati anche per la mancanza di bidelli e impiegati amministrativi, il cosiddetto personale Ata. L’Usr dichiara di aver immesso in ruolo 763 amministrativi, tecnici e ausiliari, e che 1.054 hanno avuto un contratto a tempo determinato. Dai dati del Ministero emerge però che dei 1.366 posti disponibili ne sono stati coperti soltanto 563. Quindi in Piemonte ne mancherebbero 803, mentre in Lombardia, per fare un esempio a noi vicino, sono stati assegnati tutti i posti. «Alla carenza di personale - evidenzia Giulia Bertelli, segretaria Cub Scuola -, si aggiunge lo stop imposto dal Ministero della nomina del personale Covid, che ricopriva varie funzioni indispensabili igieniche e di sicurezza durante la pandemia che potrebbe tornare». A mancare sono anche dirigenti scolastici e direttori del servizio amministrativo che si trovano a svolgere funzioni sovrapposte.

Ultimo ma non per importanza c’è l’incudine del carobollette: l’obbligo di tenere le finestre aperte per far circolare l’aria sperando di scongiurare così il ritorno del Covid, rappresenta un aggravio di costi per le scuole. Tanto che c’è la proposta di tenerle chiuse il sabato per risparmiare. «La scuola - sottolineano all’unanimità tutti i sindacati - non può e non deve funzionare al risparmio».

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