l'editoriale
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29 Luglio 2021 - 08:29
Scrive Francesco Alberoni, assieme a Cristina Cattaneo Beretta, che la nascita del grillismo è stata sottovalutata dai giornali che hanno ridotto il fondatore dei 5 Stelle a quello che era, un comico in fissa con l’ambiente. Errore: purtroppo i giornali - non tutti - non sottovalutarono, anzi cavalcarono e si innamorarono del “movimento del vaffa”, con cronisti entusiasti della politica dal basso e commentatori che si divertivano a usare «basta casta» nei pezzi. Le cosiddette élite colte - di cui comunque il sociologo traccia, di questi tempi, una sorta di rivincita - vennero, in taluni casi anche giustamente, ridotte al rango di altra casta. Quindi, dove sarebbe lo stupore per il punto cui siamo arrivati?
Interpretazioni limite a parte, bisogna leggere e analizzare il nuovo libro del duo Alberoni-Cattaneo Beretta, “1989-2019 Il rinnovamento del mondo” (La nave di Teseo, 16 euro) perché innanzitutto è il primo testo che analizza la pandemia di Covid in atto per quello che è: uno spartiacque dell’umanità, o almeno della società europea, così come nel 1989 lo era stato il crollo del Muro di Berlino. L’Europa di cui in molti abbiamo idee, quella senza frontiere, dell’unione dei valori, dei fondamenti delle libertà, della generazione Erasmus nasce proprio in quel momento, ma gli entusiasmi, il liberismo, la socialdemocrazia come sistema ci hanno portato a una sorta di sbornia collettiva, o a un sogno da cui ci hanno ridestato prima la grande crisi economica, poi la pandemia.
Alberoni e Cattaneo Beretta sono forse ottimisti quando dicono che in tempi di pandemia si è riscoperto il valore della competenza, o la fiducia nella scienza, nelle élite colte, con le persone stanche di una ignoranza diffusa dai social network e via dicendo. A osservare quanto accade, comprese le posizioni dei No Vax, dei complottisti, degli odiatori, io direi il contrario, ma è vero che gli stolti fanno sempre più rumore dei saggi, ahimé.
Alberoni, da esperto delle dinamiche dei movimenti, analizza con attenzione il “caso italiano”, la nostra società e ci avvisa delle pecche per cui «quando una società resta senza corpi intermedi forti, radicati e rappresentativi, l’individuo si ritrova isolato, e tanti individui isolati costituiscono una folla fragile, paurosa e dominabile». La politica da forte e rappresentativa è diventata debole o populista, tanto che per dare stabilità al Paese ha avuto bisogno di un banchiere di prestigio internazionale per tenere su un governo. Le élite intellettuali hanno abdicato al loro compito, non da oggi, la regola dell’uno vale uno ha - ma lo diceva già Umberto Eco - dato allo stolto la stessa audience, se non di più, dell’esperto, del professionista.
Solidarietà, empatia, le superiori capacità femminili: la strada per risollevare la società sono definite. Concordi o meno, anzi magari proprio perché non si è concordi, questo è un libro da leggere.
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