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L'EVENTO

La fisarmonica di Samuele arriva a Torino e ”reinventa” lo Schiaccianoci

Il giovane talento di Spoleto sarà in concerto al Teatro Valdese per Mito

Samuele Telari

Samuele Telari

Il colpo di fulmine per la fisarmonica è arrivato quando aveva appena sei anni. E poi, quello strumento così ricco di tradizioni per cui serve coordinare perfettamente la mano destra con la sinistra e destreggiarsi tra ciò che si vede e gli angoli d’ombra, Samuele Telari non l’ha più lasciato. Il giovanissimo talento della fisarmonica si esibirà a Torino, presso il Tempio Valdese, nella serata di giovedì 21, nell’ambito della rassegna di Mito Settembre Musica. Lo spettacolo “Tra Stradella e Castelfidardo” propone una trascrizione scritta per fisarmonica dei “Quadri da un’esposizione” di Modesr Musorgskij e un arrangiamento inedito dello Schiaccianoci di Cajkovskij, commissionato appositamente per Mito.

Samuele ci dica, come è nata la sua passione per la fisarmonica. È una tradizione di famiglia?
«In realtà no, non ci sono musicisti nella mia famiglia. Fu mia madre a iniziare me e mio fratello allo studio della musica e, per puro caso, la scuola che avevamo vicino a casa era una storica scuola di fisarmonica. Da lì è iniziato un amore che non si è mai interrotto».

Una domanda banale: è difficile imparare a suonare la fisarmonica?
«Ci sono strumenti sicuramente più immediati. La fisarmonica impone una coordinazione ferrea. Basti pensare che la mano sinistra non la puoi vedere mentre suoni. Devi imparare ad andare alla cieca e a coordinare il movimento delle dita con quello del braccio che controlla il mantice».

A 31 anni già vanta numerosi premi e performance in tutto il mondo. Ne ha una che porta nel cuore...?
«È difficile fare delle classifiche. Ho suonato in sale storiche davvero belle a Londra, ad esempio. Ma devo ammettere senza retorica che suonare in città più piccole, per un pubblico magari meno specializzato o avvezzo alla musica classica, mi regala grande soddisfazione».

La sentiremo al Teatro Valdese. Come trova la città?
«Mi stupisce sempre e supera le mie aspettative. Sono venuto alcune volte anche in vacanza. Non sono assolutamente d’accordo con chi parla di Torino come di una città grigia. È elegante, graziosa e ricchissima di storia. Torno sempre volentieri».

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