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La studentessa sorda scrive a Conte: "Voglio laurearmi, riconoscete la lingua dei segni"

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"Mi è stato negato il diritto allo studio universitario. Io sono sorda, ma non sentire è l'ultimo dei miei problemi". C'è scritto questo nel bigliettino con cui Giusy Covino, 22 anni, sorda dalla nascita, ha scelto di farsi immortalare per pubblicizzare la sua battaglia.

Iscritta all'Università di Torino nella facoltà di Scienze della comunicazione, la giovane - che è componente dell'Edsu, l'European Deaf Students' Union - si batte da tempo perché la lingua dei segni sia riconosciuta a livello nazionale. Per questo motivo ha scritto pure al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, chiedendogli di intervenire con un atto formale a sostegno della Lis. 

"L'Italia è l'unico paese in Europa in cui il riconoscimento non è avvenuto e la conseguenza è che nelle scuole, a partire dalla materna, non vengono formati e impiegati abbastanza interpreti per tradurre simultaneamente le lezioni", denuncia Giusy, uno dei 47 non udenti di UniTo. 

Su 32 ore di lezione settimanale, ha a disposizione un'interprete appena per otto. Nelle altre è costretta a seguire il labiale degli insegnanti, o a provare in qualche modo ad arrangiarsi. Per questo motivo sta raccogliendo testimonianze, impressioni e suggerimenti di ragazzi sordi per creare un video che possa sensibilizzare sull'argomento. "La battaglia che sto facendo non è solo per me - conclude - ma per tutti i ragazzi che si privano di una prospettiva di studio e di carriera per le enormi difficoltà a frequentare corsi universitari".
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