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L’emergenza - L’annuncio di Città Metropolitana: «Abbatteremo 15mila capi all’anno»

Cinghiali, via libera alla strage
La loro carne sfamerà i poveri

cinghiali

Abbattimenti quintuplicati per contenere l’invasione. La presenza dei cinghiali a Torino e in Piemonte è ormai sempre più un allarme, avvertito e comunicato dai cittadini. L’ultima segnalazione in ordine di tempo, arriva da piazza Zara, dove una famiglia di cinghialotti con la loro mamma ha destato il panico tra i residenti.


Il piano di abbattimento
Ma grazie ai piani d’accordo tra Città Metropolitana e Regione Piemonte, l’abbattimento degli ungulati ora sfama i poveri. Nell’ultimo anno sono stati registrati 900 avvistamenti e in media Città Metropolitana raccoglie tre segnalazioni al giorno. Numeri importanti ai quali si risponde con il “piano di contenimento” e il “piano regionale interventi urgenti”. Con il primo piano l’obiettivo è contenere il numero dei cinghiali grazie a quattro agenti faunistici venatori e a cacciatori volontari. Da un anno a questa parte il “piano regionale interventi urgenti” mira a de-popolare i cinghiali, anche per contenere la peste suina. Il piano di de-popolamento dovrà abbattere 15mila cinghiali in un anno, a fronte dei 30mila presenti sul territorio. Un risultato che oggi non si raggiunge anche a causa dei pochi agenti. All’anno vengono abbattuti circa 3000-3500 esemplari. «Siamo sotto gli obiettivi», ha evidenziato Città Metropolitana che attende dalla Regione 14 nuovi agenti faunistici.
Ma che fine fanno gli ungulati abbattuti, seppur pochi? Vengono macellati e in parte destinati al banco alimentare. Nello specifico, la macellazione degli animali si svolge in due macelli, a San Maurizio Canavese e a Piscina, che lavorano la carne nelle ore notturne subito dopo l’abbattimento degli animali. Ma «il nodo della filiera è strategico», come ha sottolineato Città Metropolitana, che per oliare meglio il meccanismo di macellazione chiederà alla Regione Piemonte di «attivare punti strategici intermedi» come per il parco La Mandria. Vale a dire delle celle frigo che consentano di mantenere fresca la carne.


Carne per i poveri
Carne destinata anche ai più poveri. Carne in più che potrebbe arrivare sulle tavole dei più bisognosi se solo la filiera di macellazione funzionasse meglio. «Il Banco alimentare lavora benissimo - ha spiegato Città Metropolitana - e riusciamo a consegnargli 500 capi all’anno, ma la richiesta è del triplo». L’aiuto di Città Metropolitana al Banco alimentare è attivo da diverso tempo ed è «particolarmente apprezzato», ha commentato Salvatore Collarino. La carne «viene distribuita in contenitori sottovuoto da 4-5 chilogrammi a diverse mense - ha spiegato Collarino - che a loro volta cucinano il prodotto» per chi si rivolge a loro.
In attesa di capire se la Regione Piemonte sarà disposta a migliorare il processo di macellazione, si pensa a una campagna di comunicazione cittadina rispetto al rapporto con i cinghiali e a come gestire meglio i rifiuti, che attirano gli ungulati in città con grandi proteste degli abitanti dei quartieri.

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