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(foto depositphotos)

LIBRO Quale nesso c’è tra il libro e la corteccia delle piante? Più di quello che si può immaginare, e lo si può capire dall’etimologia di questa parola così usata: il termine libro discende dalla parola latina liber, vocabolo che in origine indicava… proprio la corteccia degli alberi. Il motivo è molto semplice: in assenza di carta, si ricorreva alla corteccia di alcuni alberi – come la betulla – per scrivere brevi messaggi.

PAGINA Una pagina, da sola, non è altro che un foglio di carta. Per assumere la caratteristica di pagina, deve essere insieme ad altri fogli e comporre un libro. Questa peculiarità è all’origine del termine pagina, inventato dai latini e derivato dal verbo pagere, nel senso di infiggere, fissare, congiungere. Pare che ad inventare il moderno libro fu Giulio Cesare, che aveva l’abitudine di legare tra loro i fogli numerati (pagine) nel corso dei suoi discorsi.

QUADERNO C’era una volta il quaderno, ma anche il trierno o il quinquerno e così via. A noi è giunta solo la parola quaderno, derivata dal quaterno, nel senso di “a quattroaquattro”: quattro fogli uniti insieme. Il termine è entrato nell’uso comune a partire dalla prima metà del XIII secolo, perché è con questi piccoli fascicoli di tre, quattro o cinque fogli soltanto che si tenevano i conti nel Medioevo.

AGENDA L’agenda, il libriccino sul quale vengono annotati gli impegni giornalieri, ha un’o rigine antica: il nome agenda deriva dal latino . Nella lingua dei Cesare, la parola agenda significava “cose da fare”. È improbabile che questa parola sia rimasta immutata nel suo esatto significato in duemila anni; ed infatti fu reintrodotta in italiano nella seconda metà dell’Ottocento, incisa sul frontespizio delle prime agende, che acquistarono così un fascino aulico, all’epoca molto apprezzato.
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