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19 Ottobre 2021 - 07:45
Non sono servite le passeggiate nei mercati, le strette di mano, i sorrisi e neppure le promesse dell’ultima ora, come quella di ridurre il biglietto dell’autobus a un euro. La maggior parte dei torinesi ha scelto di non andare a votare per eleggere il sindaco della città. Solo 290.632 (su 689.684 aventi diritto) si sono presentati in cabina elettorale. Il 42,14%. Vale a dire che, a conti fatti, hanno espresso la loro preferenza appena quattro torinesi su dieci. La situazione, già drammatica al primo turno, non è migliorata come avrebbero sperato i due candidati sindaco. E a disertare le urne sono state, ancora una volta, principalmente le periferie.
PERIFERIE ASSENTI Drammatica la situazione in Circoscrizione Sei, tra Barriera di Milano e il Villaretto, dove l’affluenza, già bassa al primo turno (42,91%), è crollata al 35,66% durante il ballottaggio. Idem per la Cinque (che comprende i quartieri di Vallette, Borgo Vittoria, Madonna di Campagna e Lucento), dove l’affluenza registra la quota minima del 35,86%. Hanno votato appena 33.130 persone, su 92.394. Erano questi i quartieri che, teoricamente, avrebbero dovuto trainare l’ascesa di Paolo Damilano e che, invece, si sono rivelati letali per il candidato del centrodestra. Numeri alla mano, solo il Villaretto ha premiato concretamente Damilano, accordandogli il 59% di preferenze. L’imprenditore del Barolo e delle acque minerali resiste debolmente anche al Villaggio Snia (50,4%). Lo Russo, dal canto suo, sembra aver convinto Falchera (51,4%), Barca e Bertolla con il 52,5% di preferenze. Il candidato del centrosinistra poi fa il pieno nella periferia Sud della città: 60,9% a Mirafiori Sud e 61% nell’area Lingotto, per citarne due. Exploit anche in Borgo San Paolo, dove il 62,8% dei torinesi lo ha scelto.
IL CENTRO L’emorragia di votanti appare meno preoccupante nelle zone centrali della città. In Circoscrizione Uno, ad esempio, l’affluenza è stata del 47,48%. Qui Lo Russo ha vinto da Porta Susa e Porta Nuova, passando per la piazza del Municipio e Porta Palazzo. Damilano invece resiste unicamente in piazza d’Armi, con il 54,3% di preferenze e in Borgo Crimea (52,2%). L’imprenditore riesca a convincere anche Sassi (50,3%), Borgo Po e a Cavoretto.
I VOTI DI SGANGA Al primo turno il centrosinistra si era aggiudicato il vantaggio con 140.200 voti. Al ballottaggio il bacino si è allargato a 168.977. Quasi 30mila preferenze in più che potrebbero essere ricondotte, almeno in parte, all’elettorale Cinque Stelle con cui è stata negata ogni forma di alleanza al primo turno. Secondo le proiezioni di YouTrend, ben il 40% delle preferenze accordate a inizio ottobre a Valentina Sganga (28.783), si sarebbero riversate nelle tasche di Lo Russo al secondo, il 57% avrebbe preferito l’astensione e solo il 3% si è schierato con Damilano.
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