Prosegue il nostro sondaggio sul prossimo Presidente della Repubblica, a meno di venti giorni dal voto. Nella tabella in basso i risultati aggiornati.
La data è stata fissata, ma la partita è appena all’inizio. Nella giornata di ieri il presidente della Camera Roberto Fico ha inviato la comunicazione ufficiale ai 1.009 grandi elettori: il 24 gennaio, alle 15, si vota il nuovo Presidente della Repubblica. Tra meno di venti giorni il Parlamento si riunirà in seduta congiunta (630 deputati più 320 senatori) per procedere con le operazioni di voto. Ci saranno anche 58 delegati regionali e il Piemonte sta già preparando la sua squadra. La prossima settimana il consiglio regionale ufficializzerà i nomi di coloro da mandare a Roma. Oltre al presidente Alberto Cirio, che si è detto emozionato di prendere parte all’elezione della più alta carica dello Stato, partirà il presidente del consiglio Stefano Allasia (se riconfermato nel suo ruolo) e, per le minoranze, l’ex capogruppo Domenico Ravetti.
Questione di quorum
C’è tempo fino al 3 febbraio, data che segna la fine del mandato di Sergio Mattarella, per trovare un nome condiviso all’interno di un Parlamento quanto mai diviso. La partita infatti è doppia. Se da un lato si sceglie il Capo dello Stato; dall’altro, deve essere garantita la stabilità dell’esecutivo. Difficile, se non impossibile, che il nodo venga sciolto alla prima votazione. Per i primi tre scrutini infatti il quorum richiesto è dei 2/3 dell’assemblea, vale a dire 671 voti. Dal quarto in avanti è sufficiente la maggioranza assoluta, 504 voti. Solo una possibile ricandidatura di Mattarella garantirebbe l’elezione del Presidente al primo turno, ipotesi che sembra prendere corpo a mano a mano che si complicano gli accordi tra i partiti. Al momento, tra Camera e Senato si contano 410 grandi elettori per il centrosinistra, contro i 435 del centrodestra. Italia Viva, con i suoi 45 voti, potrebbe pa- reggiare gli schieramenti o aumentarne il divario. Fondamentale poi l’orientamento del gruppo misto, che annovera al suo interno altri 112 votanti.
Possibili scenari
Al momento Silvio Berlusconi, primo classificato nel nostro sondaggio con il 29% di preferenze, potrebbe contare sui voti di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Più i delegati regionali del centrodestra. Se il Cavaliere riuscisse nell’impresa di convincere alcuni del Misto coronerebbe il sogno di una vita e chi gli è più vicino non esclude che questo possa accadere. Il premier Draghi, dal canto suo, godrebbe dei voti della maggioranza che sostengono il suo governo, dal Pd alla Lega, passando per Leu, ma col passare dei giorni e l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria sembra sempre più improbabile una sua candidatura. Anche nel nostro sondaggio il premier perde punti, scendendo al 16%, superato da Pier Luigi Bersani (18%), che si contende il secondo posto con la ministra alla Giustizia Marta Cartabia, prima donna in classifica. Più in basso Pier Ferdinando Casini (2%) e Giuliano Amato (1%), che pure potrebbero rivelarsi strategici nel caso in cui si andasse alla quarta votazione e Berlusconi dovesse farsi da parte.
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