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La Lega attacca: «Il Pd sta coi No Tav». Gariglio ricorda il governo gialloverde

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Il Tav torna al centro del dibattito politico. «Il Pd si allea coi principali oppositori dell’alta velocità ferroviaria, del ponte sullo Stretto, della Gronda di Genova e delle principali infrastrutture utili per permettere alla nostra nazione di competere con i Paesi più industrializzati» tuonano i deputati torinesi della Lega Elena Maccanti (capogruppo Commissione Trasporti) e Alessandro Benvenuto (componente Commissione Ambiente).

«Perfino Carlo Calenda è scappato a gambe levate da un accordo che stritola i dem verso le posizioni più estreme del “no” a prescindere sulle grandi opere» proseguono i due. «Ci dica il Pd di Enrico Letta da che parte sta, se con lo sviluppo dell’economia o con la decrescita (in)felice perseguita dai sui sodali». E ancora. «Il Partito democratico si è alleato coi fiancheggiatori dei violenti - con tanto di bandiere riconoscibili, che attaccano le forze dell’ordine in Val Susa con pietre e bastoni contro la Tav». Immediata la replica del capogruppo del Pd in Commissione Trasporti di Montecitorio Davide Gariglio.

«Ai colleghi della Lega vorrei ricordare che l’unica volta in cui la Tav è stata bloccata da un governo italiano è stato durante l’esecu - tivo gialloverde, guidato da Giuseppe Conte del Movimento Cinque Stelle e con Matteo Salvini “illustre” vicepremier» risponde piccato. «Proprio quel blocco, con la pantomima della Commissione benefici-costi, guidata dal professor Ponti, ha portato alla più grande manifestazione politica di piazza avvenuta a Torino negli ultimi 30 anni» conclude Gariglio. Nel frattempo, il leader del Carroccio prosegue la campagna elettorale.

«Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai dipendenti - spiega -. Ci possiamo riuscire in 5 anni. Ci sono già persone che la pagano e sono le partite iva». In merito allo scontro con Giorgia Meloni sulla nomina dei ministri invece commenta: «Chi fa cosa lo decidono gli italiani con il voto del 25 settembre. Non ci sono ministri adesso, premier, sottosegretari: aspettiamo il 25 settembre». E ancora Salvini: «Se gli italiani scelgono il centrodestra e nel centrodestra danno un consenso di più alla Lega sono pronto a prendermi l’onore e l’onere di prendere per mano questo Paese e di scegliere il meglio». Meloni permettendo.
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