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Il caso
17 Febbraio 2025 - 18:29
Federico Riboldi e Nadia Conticelli (Fonte Instagram)
Il dibattito sui disturbi alimentari in Piemonte è esploso con forza dopo l’audizione delle associazioni "Rinati sotto la Mole" e "Lo Specchio Ritrovato" in Commissione Sanità. Il quadro tracciato è desolante: pochi posti letto, personale precario, famiglie lasciate sole, un sistema che sembra disinteressarsi di una delle emergenze sanitarie più gravi del nostro tempo.
Ma dalla Regione Piemonte arriva una controreplica netta. L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, respinge le accuse e attacca chi, secondo lui, starebbe strumentalizzando il tema per fare politica: “Rimango sgomento dal comunicato stampa della consigliera Nadia Conticelli, in cui si strumentalizzano le persone affette da disturbi alimentari per avere visibilità politica. Una pratica che non solo non condivido, ma che respingo con forza”.
I numeri preoccupano: i posti letto per chi soffre di disturbi alimentari sono passati da 13 a 7 presso le Molinette di Torino. E nel frattempo, molti specialisti lavorano con contratti a termine. La Regione ammette il problema, ma sottolinea che si sta lavorando per migliorare la situazione. “Nel centro di riferimento regionale si sta valutando l’istituzione di un reparto dedicato al trattamento acuto di queste patologie”, ha dichiarato l’assessorato.
Riboldi difende il lavoro della Regione e ribadisce che i fondi sono stati stanziati: “Abbiamo investito oltre 2,5 milioni di euro di fondi ministeriali dal 2022 al 2026 e abbiamo aggiunto 150 mila euro di fondi regionali nel bilancio 2025”.
Ma le associazioni restano scettiche. Secondo loro, la cifra è insufficiente rispetto alla gravita del problema. "Sarebbero bastati 30 mila euro per garantire uno sportello di ascolto, ma la Regione ha scelto di non investirli", denunciano i volontari.
Altro punto caldo: Riboldi non era presente in Commissione Sanità quando si discuteva del problema. La consigliera Conticelli lo ha accusato di “ignorare il tema”, ma l’assessore si difende: “Sono due mesi che segnalo che il lunedì mattina ho le sedute di Giunta, serve cambiare data. Non diserto alcunché”.
Mentre Regione e opposizione si lanciano accuse, chi vive il problema sulla propria pelle continua a lamentare di non avere risposte. L’unico sostegno arriva dalle associazioni e dal volontariato. La domanda resta aperta: basteranno i fondi e i provvedimenti annunciati o la sanità piemontese dovrà affrontare nuove proteste?
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