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Orefice aggredito e rapinato: terrore nel negozio in centro

mario bianco gioielleria

Mario Bianco ha 87 anni e gestisce il negozio da quando ne ha 25

Si è presentato come un normale cliente: «Vorrei un bracciale per me e degli orecchini da regalare». Ma era solo un diversivo: «Questa è una rapina».

E’ successo intorno alle 16 di sabato nella gioielleria Bianco di via Marconi, a due passi dal centro di Chieri. A ricostruire l’accaduto è lo stesso titolare, Mario Bianco: «E’ entrato un uomo sui 40 anni, alto, atletico, italiano - descrive il negoziante, che ha 87 anni e gestisce il negozio da quando ne ha 25 - Mi ha chiesto di vedere dei bracciali e degli orecchini. Quando ha scelto, ho chiesto a mia moglie di venire a pulirli».

E’ in quel momento che il rapinatore si è “svelato”: «Mi ha preso da dietro e mi ha detto “questa è una rapina”. Ma non aveva armi. Infatti ho reagito e sono riuscito a divincolarmi».

Bianco e la moglie hanno cercato di spingere il bandito verso la porta sul retro. Ce l’avevano quasi fatta quando lui ha avuto la meglio: ha spinto il gioielliere a terra, ha tirato fuori il cassetto degli anelli e ne ha arraffati tredici. Quindi è scappato fuori, dove c’era un complice a fare da “palo”. Poi i due sono saliti a bordo di un’Alfa 147 parcheggiata di fronte al negozio: probabilmente c’era una terza persona a bordo.

Intanto i gioiellieri hanno chiesto aiuto nei negozi vicini, che li hanno aiutati a superare lo shock e a chiamare il 112: «Alla fine ci è andata bene - ragiona Bianco a mente fredda - Ho solo un po’ male alla schiena e il danno è stato di 5mila euro. Per fortuna non ha preso i rotoli coi bracciali. So di un collega torinese che è stato legato e ci ha rimesso ben di più». In effetti il metodo ricorda molto quello utilizzato venerdì nella gioielleria Orlandi di Torino, come fa notare il commerciante chierese.

Ora i carabinieri stanno indagando per capire se i due episodi siano collegati. Intanto stanno controllando le immagini delle telecamere del negozio e di quelle comunali presente nella zona: la speranza è che il rapinatore e l’Alfa 147 siano stati ripresi.

Lo sperano soprattutto i Bianco: «E’ la quarta rapina che subiamo in 62 anni di attività: siamo stanchi. Sabato ho saputo dell’altra rapina e ho detto a mia moglie: “Facciamo attenzione che stanno tornando a colpire nelle gioiellerie”. Ci hanno presi di mira subito».

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