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Ammazza la moglie, il figlio disabile e i padroni casa: "L'ho fatto perché ero rimasto senza nessuno"

CarabinieriRivarolo1

Rivarolo, forze dell'ordine sul ruolo della strage

"Ho ucciso perché ero rimasto senza nessuno. Ero solo, abbandonato, con una moglie malata e un figlio disabile da accudire". Così Renzo Tarabella, il pensionato che lo scorso 10 aprile ha ucciso la moglie Maria Grazia, il figlio Wilson e Osvaldo e Liliana Dighera, proprietari dell'appartamento in cui viveva, in un condominio di corso Italia, nel centro di Rivarolo.

INTERROGATORIO DURATO DUE ORE Tarabella ha parlato oggi per la prima volta nel corso dell'interrogatorio di garanzia, durato circa due ore, che si è svolto nel reparto detenuti del carcere Molinette di Torino.  Il pubblico ministero Lea Lamonaca tornerà a sentire il pluriomicida nelle prossime settimane

LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO Assistito dal legale Flavia Pivano, ha tentato anche di ricostruire la dinamica della strage. Secondo una prima versione fornita dal pluriomicida, dopo aver sparato alla moglie ed al figlio (con una pistola regolarmente detenuta), l'uomo avrebbe atteso un po' di tempo, fino a quando non avrebbe intercettato Dighera mentre usciva dall'ascensore al piano di sopra.

UCCIDE ANCHE I PADRONI DI CASA A quel punto lo avrebbe fatto entrare in casa e quindi avrebbe ucciso anche lui. Secondo quanto trapelato dall'interrogatorio, Tarabella avrebbe colpito anche i coniugi Dighera per il fatto che da qualche tempo i due padroni di casa non si erano più presi cura della sua famiglia.
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