Gli amministratori locali di Druento, San Gillio e La Cassa le stanno provando davvero tutte per catturare i cinque tori fuggiti da una settimana dalla cascina San Lorenzo di San Gillio. Si proverà anche liberando alcune giumente in calore per attirarli nei recinti. I tori della Camargue, che sono utilizzati per allenare dei cavalli e, allo stesso tempo, sono anche da rodeo, si troverebbero nell’area del Casternone, a ridosso del torrente e di alcuni pascoli. Ma, essendo addestrati alla fuga, non è facile attirarli né catturarli. I proprietari stanno provando con erba e fieno, per attrarli con il cibo.
Ieri mattina si è tenuta una riunione in Prefettura con i sindaci della zona; i comandanti delle rispettive polizie locali, Enrico Maina e Fabio Brach Lojeta; i vertici dell’Ente parco La Mandria, delle guardie parco della Mandria; delle guardie ecologiche volontarie della Città Metropolitana; i comandanti delle compagnie dei carabinieri di Venaria e Rivoli per fare il punto sulla situazione.
«Per il momento si è deciso di proseguire con una perlustrazione del territorio - ha detto il prefetto Claudio Palomba - mirata ad una cattura senza metodi invasivi». È escluso l’abbattimento degli esemplari, «anche se i metodi non invasivi - spiega il sindaco Carlo Vietti -, per ora, non hanno portato ad alcuna cattura. Ma in questi giorni cercheremo di capire se possano essere utilizzati altri metodi».
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A oggi l’unica certezza è che mercoledì prossimo, 26 maggio, alle 10, si terrà una nuova riunione con la Prefettura per capire quale eventuale nuova strategia adottare. Nel pomeriggio di ieri si è svolta una perlustrazione dell’area da parte degli amministratori e delle polizie locali di Druento, San Gillio e La Cassa per cercare di catturare i tori, che viaggiano sempre in gruppo e sono addestrati a scappare, in quanto da rodeo. Con loro anche il personale del servizio veterinario dell’Asl.
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