Per la seconda volta in pochi giorni, le forze dell’ordine ieri sono state costrette a chiudere al traffico l’A32 a causa degli scontri provocati dai No Tav, durante i quali un agente è rimasto ustionato alle gambe da una bomba carta. Feriti anche altri 2 poliziotti e altrettanti manifestanti. L’ennesimo pomeriggio difficile della Val di Susa è cominciato quando più di un migliaio di persone si è messo in marcia verso Giaglione. Una concentrazione favorita dal fatto che in questi giorni a Venaus si sta tenendo il Festival ad Alta felicità.
Una volta arrivati a Giaglione, una parte dei manifestanti - i circa 150 più “battaglieri” - si è staccata dal gruppo e ha imboccato i sentieri per arrivare ai cancelli del cantiere. Dopo aver effettuato la battitura del cancello, una trentina di attivisti ha tagliato parti di concertina con delle cesoie per poi dare il via al lancio di bombe carta, pietre e fumogeni contro gli agenti. I poliziotti a quel punto hanno risposto con un lancio di lacrimogeni. Il fumo e il rischio che materiale di vario tipo arrivasse sull’A32 ha quindi obbligato le forze dell’ordine alla chiusura della Torino-Bardonecchia per motivi di ordine pubblico.
Il ferimento degli agenti ha ovviamente scatenato la furia dei sindacati di polizia. «Avevamo già diverse volte segnalato la pericolosità di alcune zone del cantiere che sono un invito al tiro al bersaglio nei confronti delle forze dell’ordine - denuncia Luca Pantanella, segretario del Fsp -. Abbiamo bisogno di difenderci e di avere strumenti come i proiettili di gomma che possano essere di contrapposizione ai lanci di sassi e razzi che invece possono creare danni molto più seri nei confronti dei poliziotti». Sulla stessa lunghezza d’onda il Siulp. «I responsabili devono essere rinchiusi nelle patrie galere e bisogna mettere fine a questa odissea - chiede il segretario, Eugenio Bravo -. Se nulla sarà fatto mobiliteremo i poliziotti perché troppi sono i feriti e troppo alto il rischio di rimetterci la vita».
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CLAVIERE, TORNANO GLI ANARCHICI: DOGANA OCCUPATA DOPO 3 ANNI
Prima di Schengen, era l’edificio da cui bisognava transitare per valicare il confine, ora è diventato il rifugio di chi quei confini vorrebbe cessassero di esistere anche per gli extracomunitari. Ieri un gruppo di giovani italiani e francesi, tutti appartenenti all’area anarchica, ha occupato l’ex edificio della dogana di Claviere, proprio al confine con Monginevro, con l’intenzione di farne un “rifugio” per gli extracomunitari che dall’Italia cercano di raggiungere la Francia. Claviere torna quindi, suo malgrado, a ospitare una casa occupata dopo lo sgombero, nel novembre 2018, di Chez Jesus, il rifugio che era stato installato nei locali inutilizzati della chiesa del paese.
«Abbiamo occupato il luogo che rappresentava il controllo e la repressione della frontiera - spiegano loro stessi in un comunicato -. Abbiamo scelto di rioccupare per mantenere una presenza in frontiera e in risposta agli sgomberi precedenti di Chez Jesus e della Casa Cantoniera di Oulx (marzo 2021). Siamo tornati a Clavière perché è qui che le persone in transito vengono ostacolate nel proprio viaggio dagli organi repressivi dello stato italiano e francese».
La situazione, costantemente monitorata dagli agenti della Digos, ha già scatenato la reazione della parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che ha preannunciato l’intenzione di «presentare un’interrogazione al ministro dell’Interno per chiedere lo sgombero e per chiedere conto di come il governo intenda occuparsi della difesa dei nostri confini. Uno Stato serio non può permettere che gruppi antagonisti utilizzino edifici lungo il confine per pianificare sconfinamenti illegali e incentivare l’immigrazione clandestina».
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