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I pazienti col medico arrestato: «Deve continuare il suo lavoro»

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Il dottor Raffaele Bosco ha fatto sparire oltre 2 milioni di euro dalle società che amministrava. Poi emetteva fatture per lavori mai effettuati e usava una parte dei soldi per pagare il noleggio di Mercedes, Porsche e Land Rover ma nonostante tutto i suoi pazienti non lo abbandonano: «Non c’interessa la sua vita privata - si schierano - per noi conta che sia un ottimo medico».

Non si placa l’agitazione che da 10 giorni manda Santena in subbuglio, cioè da quando il 64enne Bosco è “sparitosenza avvisare nessuno dei suoi 1.800 mutuati. Ora sono stati suddivisi tutti fra altri due medici, uno a Santena e uno a Cambiano. Intanto è emerso il motivo della “scomparsa” del medico residente ad Asti: si è costituito ed è in carcere a Fossano, dove sta scontando una pena definitiva a due anni e tre mesi.

Stando agli atti dei vari processi, Bosco era amministratore unico di due società edili con sede nella provincia di Cuneo, la Prato Grande di Alba e la Optima immobiliare di Guarene. Ma l’amministratore di fatto era il cugino Renato Bosco. I due sono stati condannati per bancarotta semplice e fraudolenta, oltre che per dichiarazioni fraudolente attraverso fatture per operazioni inesistenti: hanno distratto oltre 2 milioni di euro, tra cui quasi 200mila euro usati per pagare il canone di locazione di una Mercedes, di una Porsche 911 cabriolet e di un Land Rover.

Il dottor Bosco poteva comunque evitare il carcere: a quanto pare, la richiesta per la messa alla prova è stata respinta per un vizio di forma. Per questo il medico ha scelto di costituirsi: la sua speranza che la nuova richiesta venga accolta nel giro di qualche giorno, in modo da tornare subito in libertà. Potrebbe anche ricominciare a esercitare il suo lavoro, visto che le condanne non riguardano la sua professione. Anche se pare che l’Ordine dei medici di Asti stia valutando un procedimento nei suoi confronti.

Ai pazienti santenesi tutto questo sembra non interessare. Anzi, vorrebbero soltanto che il medico ritornasse al lavoro: lo dimostrano le centinaia di commenti pubblicati su Facebook in questi giorni. Il tono dei messaggi è sempre lo stesso: «È un bravissimo medico, il resto non conta nulla». C’è chi racconta un episodio specifico: «Mia mamma aveva il Covid, stava male e non voleva andare in ospedale. Lui le ha parlato, l’ha supplicata di ascoltare i medici del 118 e di farsi ricoverare: così si è convinta ed è stata la sua salvezza». Qualcuno arriva a chiedere una sorta di grazia: «Spero che venga presto liberato: è un ottimo medico, non è giusto che la sua vita privata lo allontani dal suo lavoro». Ma un altro utente interviene: «Quindi non deve scontare una pena per cui lo hanno condannato e si è costituito? Una concezione della giustizia abbastanza originale».

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